Rabbia e sentenze del Tar ancora una volta favorevoli alle Fonderie. Con questa sintesi, citando un pezzo musicale dei Co’Sang (gruppo musicale hip-hop campano), potremmo descrivere la situazione scaturita dopo il nuovo provvedimento cautelare del tribunale amministrativo regionale di Salerno, ed in particolare il presidente della seconda sezione del Tar, grazie al quale l’industria salernitana può riprendere regolarmente le proprie attività produttive all’interno dello stabilimento di Fratte nonostante la discussione della sospensiva sia fissata per il prossimo 21 novembre. A denunciare la situazione “con stupore ed inquietudine” è il presidente del Comitato Salute e Vita, Lorenzo Forte, che ovviamente non ci sta a lasciare le cose come stanno e farà di tutto per continuare questa battaglia ormai annosa che strenuamente il comitato – a nome dei tantissimi residenti direttamente convolti soprattutto a causa dei miasmi potenziali ed effettivi provocati dai fumi delle fonderie – sta portando avanti nonostante le tante contraddizioni giudiziarie che si stanno registrando a cadenza regolare sulla vicenda. “Alla base del provvedimento del Tar – denuncia il presidente del Comitato Salute e Vita in una nota ufficiale – ci sarebbe la mancata indicazione, nel provvedimento della Regione, delle modalità di realizzazione delle misure di sicurezza volte a garantire l’abbattimento delle emissioni inquinanti promananti dalle Fonderie”. Da qui l’attacco diretto all’apice della struttura: “Come al solito la proprietà delle Fonderie rappresenta la propria mancata – voluta? – conoscenza delle migliori tecniche (ossia i Bat più volte citati proprio dal presidente Forte nel corso degli anni e ribaditi con particolare attenzione proprio in quest’ultimo periodo) da utilizzare per l’attività insalubre nonostante dette tecniche siano indicate annualmente, con pubblicazione ufficiale sul sito della Comunità Europea, proprio per mantenere alte le tecnologie da applicare alle attività fortemente inquinanti e dannose per la salute come le attività insalubri di produzione e fusione di metalli”. “Viene confermata – prosegue la nota – la pervicace volontà della proprietà dello stabilimento a non operare alcun intervento su un opificio obsoleto realizzato nel secolo scorso e per il quale è sempre più confermata la necessità di una sua definitiva chiusura”. In attesa di quanto sarà definito il 21 novembre, il comitato Salute e Vita si sta organizzando per presidiare il Tar nel corso della giornata, mentre sabato 3 e domenica 4 novembre si terrà una due giorni di incontri e assemblee aperte all’interno della chiesa di via dei Greci, Ovviamente e “legittimamente” differente il punto di vista dei legali dei Pisano dello studio legale di Enrico Follieri e soci, in collaborazione con l’avvocato Lorenzo Lentini. Proprio Follieri, dopo la decisione del Tar ha parlato di “oggettivo pregiudizio a cui è esposta la Fonderie Pisano per via del fermo alla produzione nelle more del giudizio e in assenza di precise indicazioni sulle misure da adottarsi per superare le presunte violazioni dell’AIA, ancora tutte da individuare e dimostrare, oltre che in assenza di pericoli per l’ambiente e la salute”. In tal senso anche lo studio legale Follieri attende il verdetto del collegio del prossimo 21 novembre. Proprio come il comitato, ma per fini evidentemente diversi.
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