di Pina Ferro
Il tribunale regionale amministrativo del Lazio annulla la nomina a procuratore aggiunto del magistrato Rocco Alfano. La sentenza è stata emessa, nei giorni scorsi, dai giudici romani che hanno accolto il ricorso presentato da Roberto Penna della Procura di Salerno, assistito dall’avvocato Pasquale Gargano, e dal magistrato napoletano, attualmente fuori ruolo, Francesco Soviero (oggi presidente di una commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite legate al ciclo dei rifiuti). Quasi certamente la decisione dei giudici del Tar Lazio sarà impugnata da Rocco Alfano che, in un tempo massimo di 60 giorni, potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato. La decisione del Consiglio di Stato, potrebbe, far aprire diversi e, nuovi scenari. Infatti, se il ricorso venisse respinto il fascicolo relativo alla nomina di Rocco Alfano a procuratore aggiunto tornerebbe al Csm aprendo così la strada ad una eventuale nomina di Roberto Penna o di Soviero a procuratore aggiunto. Il ritorno del fascicolo al Consiglio superiore della magistratura (Csm) non esclude, in ogni caso, che il penum potrebbe nuovamente ricandidare a tale ruolo sempre Rocco Alfano. Le nomine dei procuratori aggiunto da parte del Csm avvengono tenendo in considerazione e quindi valutando sia degli indicatori specifici che generici. Nel ricorso presentato al Tar Lazio i magistrati Penna e Soviero hanno evidenziato di essere in possesso di un numero maggiore di indicatori specifici, rispetto al collega nominato. Ad esempio Francesco Soviero, stando a quanto riportato nel ricorso avrebbe accumulato un numero di anni maggiore in Dda rispetto a quelli di Alfano.