di Alfonso Malangone*
La Regione Campania, con Delibera di Giunta n. 157 del 27/03 scorso, ha approvato la classificazione iniziale delle acque costiere adibite alla balneazione per il corrente anno. In quelle con la qualifica di ‘sufficiente’, ‘buona’’ o ‘eccellente’ è possibile fare il bagno se, a seguito delle verifiche periodiche disposte con lo stesso provvedimento, saranno di volta in volta confermati livelli inferiori ai limiti per i batteri inquinanti Escherichia Coli (max 500) ed Enterococchi Fecali (max 200) che stanno normalmente nelle fogne. Invece, in quelle definite ‘scarse’, non si può mettere un dito fino al verificarsi delle condizioni che ne attestino il risanamento (fonte: Dlgs 116/08). Per queste, l’Amministrazione è obbligata ad emanare un’ordinanza di interdizione. Ciò posto, nell’elenco delle ‘scarse’ risultano purtroppo presenti due aree della nostra costa e, cioè: a est di foce Irno e da foce Fuorni a foce Picentino. Per individuare la prima, è necessario tener conto della presenza di un DIVIETO PERMANENTE, per Legge, che interessa la foce del fiume a partire da Piazza della Concordia e fino a 180mt oltre la riva destra. Qui inizia la zona con qualità ‘scarsa’ che si estende per 478mt arrivando ai giardini dopo la Piscina Vitale. Anche per la seconda, a oriente, esiste un tratto alla foce del Fuorni PERMANENTEMENTE NON BALNEABILE per circa 165mt, a sinistra, e 165mt, a destra, fino ad appena oltre la rotatoria di via Wenner. Da questo punto, la qualità ‘scarsa’ si estende per 498mt arrivando all’altezza della Torre Picentina. Per chi sa dov’è. Purtroppo, in continuità, una nuova interdizione PERMANENTE di 300mt è causata della presenza della foce del Picentino. In totale, si tratta di 165+165+498+300=1.128mt. Cioè, il mare c’è, ma è come se non ci fosse, per almeno UNCHILOMETRO e CENTOVENTOTTO METRI. Adesso, lungo tutto questo tratto, definito ‘ambito 4’, si vuole fare un intervento di ripascimento che potrebbe costare 65milioni di euro, di cui 17,9+IVA per il primo tratto compreso tra il Porto Marina Arechi e foce Irno. Però, il TAR ha annullato l’assegnazione della gara e ancora non si sa quando si inizierà. In merito, sarà interessante vedere la soluzione individuata per sistemare la parte dove c’è una spiaggia al posto del canale di separazione tra costa e porto previsto nel progetto. Ovviamente, se adesso si allungherà l’arenile, si finirà con l’insabbiare tutto. Su questo punto, però, si deve far salvo ogni errore. E, comunque, per la zona orientale, i problemi non finiscono qui giacché il bagno non si può fare pure nel tratto di spiaggia che, partendo proprio dal Porto, si estende verso ovest per 939mt fino alla Guardia di Finanza inglobando alcuni stabilimenti balneari. C’è il cartello di divieto lungo la strada, utile a chi lo vuole leggere. Così, per 1.128+939=2.067mt, il mare si dovrebbe vedere in foto. In altre parole, sono stati persi DUECHILOMETRI e SESSANTASETTEMETRI di arenile. Complimenti. Tuttavia, ad occidente, le cose non vanno meglio. Il Lungomare storico, da Santa Teresa al Masuccio, è area portuale e, per questo, PERMANENTEMENTE NON BALNEABILE. Epperò, premesso che il divieto sembra rispettato ‘a piacere’, anche qui si pensa di fare il ripascimento di una spiaggia che, in tempi moderni, non c’è mai stata per una spesa certamente spropositata, al momento ignota, a causa del necessario spostamento della barriera di massi a mare. Qualcuno dovrebbe davvero spiegare perché si vogliono fare opere inutili, che assicurano il benessere solo a chi le realizza, invece di pensare, per esempio, alla possibilità di trasformare il Masuccio in un vero porto turistico con intorno un borgo marinaro di cui la Città è ancora priva. Manco fosse un luogo di montagna. E’ stato fatto altrove. Basta visitare Trani, per capire quali vantaggi potrebbero essere apportati alle attività economiche e a tutti i cittadini. Il mare è da sempre considerato fonte di ricchezza per i luoghi ‘di mare’, fatte le debite eccezioni, come da noi. Purtroppo, la prova della nostra oggettiva condizione è fornita dal Piano di Utilizzazione delle Aree Demaniali-PUAD approvato dal Consiglio Regionale in data 23/04/2024 a seguito della delibera di Giunta n. 712 del 20/12/2022 e in attuazione della Legge 04/12/1993 n. 494. Il piano è volto a disciplinare l’utilizzo delle aree con finalità turistico-ricreative, prima classificandole tra le categorie A, “alta valenza turistica”, B1, “ordinaria valenza turistica”, e B2, “limitata valenza turistica”, e, poi, fornendo le direttive per il loro sviluppo, per la corretta fruizione pubblica delle spiagge e per l’esercizio delle funzioni amministrative, che spettano ai Comuni, sugli arenili demaniali (fonte: DL 30/03/99 n. 96). Il documento ordina i 60 Comuni costieri della Regione in base a precisi parametri di valutazione e secondo una scala di massimo 32 punti. La nostra Città si posiziona al 49° posto, come ‘B1’, con appena 14,08 punti. Valori molto bassi sono attribuiti ai diversi rapporti, tra essi: numero di turisti/popolazione residente; posti letto a 4-5 stelle/posti letto totali; posti letto totali/superficie comunale, e alla balneabilità degli arenili (!). Siamo in basso, molto in basso, davvero. Peraltro, abbiamo vicino due centri in B2, Pontecagnano e Battipaglia, che occupano, rispettivamente, il 57° e il 60° posto. Diciamolo pure: ‘una costa che fa orrore’. Del resto, basta passarci. Adesso, con il progetto elaborato dall’arch. Boeri, forse si potrà cambiare. Ma, ci vorranno vent’anni. Se pure. In ogni caso, sulla base delle regole del PUAD, ciascun Comune è tenuto a predisporre un proprio Piano Attuativo-PAD per disporre le nuove regole di amministrazione delle spiagge. In verità, una prima scadenza al 12/02 scorso è stata disattesa ed è stata prorogata di 240 giorni. Tra altre disposizioni, è previsto pure che almeno il 30% degli arenili disponibili sia riservato ai cittadini per la libera fruizione. In forza del punteggio assegnato dalla Regione, non da ‘Sempronio’, è innegabile che a Salerno appare davvero stravolta la naturale funzione del mare dopo la gloria degli anni 60 del secolo scorso quando, attirando negli stabilimenti balneari folle di bagnanti per una nuotata rinfrescante, per lo iodio, per la difesa della pelle, per la cura dei dolori, creava benessere economico e curava la salute. Invece di puntare su un suo sfruttamento intensivo in chiave turistica, come altrove, qualcuno ha pensato fosse più utile trasformarlo in una strada sulla quale far passare decine di navi mercantili e da diporto. Oggi, sarebbe interessante sapere quali vantaggi questa innovativa visione abbia apportato in termini di ricchezza diffusa, di benessere e di qualità della vita, a parte gli stipendi ai dipendenti e tralasciando, ovviamente, i traffici illegali per i quali siamo in grado di distinguerci a livello nazionale. Una vergogna infinita, per chi sa provare vergogna. Adesso, a parte lo stravolgimento già apportato, si vuole violentare definitivamente l’ambiente realizzando un ‘otto volante’ sul quale far volteggiare i tir nel cielo del Cernicchiara. Così, a causa di finalità contrarie all’identità e alla vocazione del territorio, i cittadini sono costretti a convivere con inquinanti e disagi inaccettabili, nonché ad assistere alla distruzione della funzione del mare a sostegno delle loro vite. Eppure, da più parti viene esaltata la qualità turistica della Città e sono diffuse narrazioni sul forte richiamo di una potenziale risorsa dalla quale, in verità, pur dove definita balneabile, è consigliabile stare lontani per evitare sgraditi incontri ravvicinati. Ci sono le foto sul web a provarlo. Se, poi, piogge abbondanti intasano le fogne, anche d’estate, facendo superare il livello del troppo pieno, allora davvero si può solo arrossire alla vista delle tante ‘schifezze’ che spingono i turisti ad andare via ‘carichi d meraviglia’. Fare le spiagge, magari con ghiaia triturata, senza offrire una balneazione sicura, è come acquistare una Ferrari e metterla in garage. Se non si investe per dare ‘dignità’ al mare, ogni spesa sarà inutile per la vita dei cittadini. A meno che non si pensi sia sufficiente autorizzarli, di tanto in tanto, a fare il bagno nella nuova piscina da 50milioni destinata ai film con i pescecani. A quei predatori, infatti, sarà certamente assicurata l’acqua di mare depurata, per evitare le proteste degli amici degli animali. E’ sperabile, comunque, che prima di far entrare i bagnanti nella vasca vengano spostati altrove. Non in mare, però. Potrebbero non sopravvivere. Questa Città ha bisogno di amore. *Ali per la Città





