Il Sarno diventa verde, disastro ambientale - Le Cronache Cronaca
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Il Sarno diventa verde, disastro ambientale

Il Sarno diventa verde, disastro ambientale

Angri. Torna nuovamente a cambiare colore il fiume Sarno che si tinge di verde tra Angri, San Marzano e Scafati. L’acqua del canale è apparsa improvvisamente brillante, innaturale, accompagnata da un odore forte e sgradevole. A denunciare l’episodio è stato il gruppo politico Fronte Civile – Stay Angri, che parla di «scarichi sospetti» e «tubazioni spostate» che sverserebbero direttamente nel corso d’acqua. «Le immagini parlano da sole: acqua verde fluorescente, vegetazione danneggiata, strutture abbandonate, puzza insopportabile – dichiarano -. E questo canale, ogni volta che piove, diventa un rischio per la salute e un pericolo di allagamenti. È un concentrato di veleni che scorre in mezzo alle nostre città. La verità è che il territorio è lasciato solo. Di fiume Sarno si parla solo per prendere consensi, ma quando si tratta di intervenire davvero, cala il silenzio. Noi non staremo zitti». Il gruppo politico fa sapere di aver inviato una comunicazione formale a Regione, comuni e Prefettura per chiedere verifiche immediate e responsabilità chiare: «Vogliamo controlli, analisi rapide e rispetto per un territorio che merita di vivere, non di avvelenarsi ogni giorno». Durissimo anche l’ex consigliere comunale Eugenio Lato rappresentante del fronte civile che definisce la situazione “una vergogna che il territorio non merita più di sopportare”. Per Lato, l’episodio è la prova più evidente di anni di mancati interventi: «Il Sarno continua a essere trattato come una fogna. E noi dovremmo pure ascoltare chi governa e non ha mosso un dito? Chi viene qui solo per fare passerelle e scattare foto? La realtà è questa: acqua verde acida, odori nauseanti, un ecosistema morto e cittadini costretti a convivere con un disastro quotidiano». Quindi conclude «Io non ci sto. Angri non ci sta. Non ci meritiamo questa vergogna. L’ambiente non si salva con gli slogan, ma con atti concreti, coraggiosi, costanti. Chi ha governato ha il dovere di guardare queste foto e chiedere scusa». Intanto il fiume resta lì, acceso di un verde innaturale che fa rumore più di mille parole, in attesa che qualcuno, questa volta davvero, intervenga. Il timore, tra residenti e attivisti, è che quanto visto nelle ultime ore non sia un episodio isolato ma l’ennesima conferma di una situazione che si trascina da anni. In molti raccontano di aver segnalato più volte anomalie, senza mai ricevere risposte concrete. C’è chi parla di una vera e propria rassegnazione che però, di fronte a queste immagini, torna a trasformarsi in rabbia. Intanto gli ambientalisti parlano di una situazione arrivata al limite e chiedono interventi strutturali, controlli continui e una gestione più rigorosa.