di Andrea Pellegrino
C’è chi si è gustato un buon gelato a Marina di Vietri sul Mare, o chi ha fatto shopping e spesa per le strade centrali di Salerno. Un’altra, dopo aver regolarmente timbrato il cartellino, aveva deciso di farsi dare una aggiustatina ai capelli, per poi concedersi qualche ora di relax alla galleria Mediterranea. C’è poi il caso di un sindacalista che si era recato alla Guardia di Finanza per presentare un esposto. Tutto questo mentre risultavano in servizio presso l’azienda ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno.
Sono solo alcuni casi che emergono dall’inchiesta “Just in time” condotta dalla Guardia di Finanza di Salerno che ha portato a dieci misure interdittive (sospensione per la durata di 12 mesi dal servizio pubblico svolto alle dipendenze della azienda ospedaliera) a carico di personale infermieristico dell’ospedale di via San Leonardo. Ma dalla Procura della Repubblica di Salerno annunciano che si tratta solo di una prima fase. Per ora a finire nel mirino dei finanzieri, del pubblico ministero Francesco Rotondo e del procuratore aggiunto Antonio Centore, sono stati solo i lavoratori “più infedeli”. Al vaglio del pm, infatti, ci sarebbero più di ottocento posizioni. Di personale, insomma, che avrebbe barato sull’orario di servizio prestato presso la struttura sanitaria.
Le misure interdittive emesse dal Gip Sergio De Luca hanno riguardato infermieri ed anche una caposala, in servizio presso i reparti di oncologia, medicina nucleare e torre cardiologica. Si tratta, in particolare, di Santo Pepe (residente a Salerno), Maria Luisa Paolo (Montecorvino Pugliano), Elena D’Ambrosio (Salerno), Vincenzo Califano (Nocera Inferiore), Carmine De Chiaro (Mercato San Severino), Carmela Di Paolo (Salerno), Ciro Cuciniello (Salerno), Enrico Severino (Salerno), Francesco Fasano ed Antonio Criscuolo, residenti a Salerno. I reati contestati, a vario titolo, vanno dalla truffa al concorso. Per tutti, invece, c’è stata l’applicazione del decreto Brunetta con l’avvio, dunque, della procedura disciplinare interna. Mentre sullo sfondo resta l’ipotesi di un avvio, tra l’altro già annunciato, di un procedimento innanzi alla Corte dei Conti per gli indagati per danno erariale.
L’indagine parte nel dicembre 2014, protraendosi fino a marzo di quest’anno, e trae origine da un esposto presentato nel giugno dello stesso anno ai militari della Guardia di Finanza di Salerno da Giuseppe Cicalese, rappresentante sindacale dell’Ugl – oggi Cisl – presso l’Azienda ospedaliera di via San Leonardo. Nella denuncia, Cicalese evidenziava comportamenti fraudolenti di colleghi che con la complicità di altri riuscivano ad aggirare i sistemi di rilevazione delle presenze della struttura. La successiva installazione di telecamere ha consentito poi, alle fiamme gialle, di scoprire il sistema e di avviare pedinamenti ed attività di indagine nei confronti dei più assidui assenteisti.
Tra gli episodi ricostruiti c’è anche quello di lavoratori che per l’intera giornata, benché risultanti presenti, si trovavano altrove, per poi ritornare in ospedale solo in serata, recuperando così, anche ore di straordinario, poi pagate regolarmente a fine mese. La complicità dei colleghi e una rete di scambio di favori reciproci ha permesso passeggiate a mare, partite a carte tra amici, spesa al supermercato agli indagati.
GLI EPISODI.
«Non meno significativa è l’estrema disinvoltura con cui gli inquisiti, in pieno orario di lavoro, si dedicavano alle più svariate attività di carattere privato, in qualche caso proseguendo imperterriti anche dopo aver subito un controllo da parte delle forze dell’ordine». Traccia così il Gip il profilo degli indagati. Le immagini ed i pedinamenti hanno descritto ogni spostamento dei coinvolti e dalle quali emerge tutta la loro disinvoltura. E’ il caso di una caposala del “Ruggi” beccata a Marina di Vietri sul Mare, prima in un bar e poi lungo la spiaggia del comune costiero. Ebbene, nonostante «fosse stata fermata ed identificata, insieme al suo accompagnatore, da una pattuglia della Guardia di Finanza, al termine del controllo continuava a dedicarsi alle più svariate incombenze di carattere privato, fermandosi prima in una macelleria e poi presso un fruttivendolo». Tra gli altri identificati durante l’assenza dal proprio posto di lavoro, c’è anche un infermiere che diverse volte ha preferito il gioco per “passare il tempo”, sfruttando per intero la giornata lavorativa, con la marcatura del cartellino in uscita alle ore 20,28. Insomma “guadagnando” anche ore di straordinario, a discapito, naturalmente, dell’azienda pubblica ospedaliera.