Un libro su quelli che non ci sono più e su quelli che restano. Il romanzo “Il posto degli assenti” di Francesco Puccio, Marlin editore, verrà presentato a Cava de’ Tirreni giovedì 10 giugno, alle 18.30, presso il Complesso Monumentale del Monastero di San Giovanni (Corso Umberto I, 167). Per l’occasione, il medico Mariano Agrusta e il giornalista Franco Bruno Vitolo, con accompagnamento musicale a cura di Ernesto Tortorella, si confronteranno con l’autore. Il libro Cosa accadrebbe se il posto che è sempre stato il nostro, accanto a una persona che abbiamo amato, finisse con l’essere occupato da qualcun altro? Questo interrogativo è centrale nel romanzo “Il posto degli assenti” di Francesco Puccio (collana “Il portico”, pagine 144, € 15,00, marlineditore.it), pubblicato da Marlin editore, la casa editrice di Tommaso e Sante Avagliano, e disponibile nelle librerie e negli store on line. Il libro è in concorso al Premio Costadamalfilibri – Sezione Narrativa e Saggistica 2021. Significativo il commento dello scrittore Diego De Silva, che firma la quarta di copertina: «Non prendete il titolo alla lettera, ampliatelo. Questo è un libro sull’assenza, che aleggia su ogni pagina come una nebbia che si dirada progressivamente, scomparendo sul finale, al tempo di una scrittura che ha la delicatezza che si riserva alle cose fragili. Ed è lì, in quel posto disabitato eppure pieno di presenze, che a un tratto ci sembra di veder passare qualcuno che abbiamo perso, che per un attimo ci concede un segno di sé». Sottolinea Francesco Puccio: «Questo è un romanzo che nasce da una riflessione sul tema dell’assenza che mi porto dentro da tempo. Accade, talvolta, che certi temi bussino alla nostra porta e senza aspettare che li si lasci entrare, si mettono comodi, in attesa che ad essi ci si rivolga. Occupano lo spazio intorno, abitano i luoghi, attraversano le memorie, e iniziano a diventare parte del tuo vissuto. Mi è capitato così con l’assenza, prima in certe mie scritture teatrali dedicate ai personaggi del mito classico, e poi in questo libro, nato durante un viaggio a Cefalonia, in una di quelle estati azzurre che solo il Mediterraneo conosce, e poi mai più andato via, finché non l’ho messo per iscritto. È una storia d’amore e di amicizia, ma anche la ricerca instancabile di una risposta alla domanda che fa da bussola a tutto il racconto: cosa accadrebbe se il posto che è sempre stato il nostro, accanto a qualcuno che abbiamo amato, fosse occupato da qualcun altro? Un romanzo su quelli che non ci sono più, ma anche su quelli che restano», precisa l’autore. È in linea con le atmosfere del libro l’esergo affidato alle riflessioni di Natalia Ginzburg, tratte dal racconto “Il nostro amico” (dedicato a Cesare Pavese), dalla raccolta “Piccole virtù“: «E la tristezza che la città ci ispira ogni volta che vi ritorniamo, è in questo sentirci a casa nostra e sentire, nello stesso tempo, che noi, a casa nostra, non abbiamo più ragione di stare; perché qui, a casa nostra, nella nostra città, nella città dove abbiamo trascorso la giovinezza, ci rimangono ormai poche cose viventi, e siamo accolti da una folla di memorie e di ombre». Francesco Puccio è nato a Cava de’ Tirreni nel 1982. Laureato in Lettere classiche all’Università di Napoli, è ricercatore all’Università di Padova, dove si occupa di Teatro antico greco e latino e della sua ricezione sulla scena contemporanea. Autore e regista teatrale, è ideatore e direttore artistico del progetto “L’antico fa testo”. Un progetto di ricerca sulla performatività del mito classico sulla scena moderna. Ha scritto romanzi, drammaturgie, saggi, e ha realizzato numerosi progetti per il teatro nelle aree archeologiche e nei siti museali nazionali, specializzandosi nella scrittura di testi ispirati al mito antico e alla sua permanenza nel mondo contemporaneo.
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