Pina Ferro
«Mio figlio è innocente, confidiamo nell’accertamento della verità».
A sostenerlo è Gaetano Siniscalchi, papà di Eugenio, il 28enne che nei giorni scorsi è stato condannato, con il rito dell’abbreviato, ad una pena di trenta anni di reclusione per l’omicidio di Ciro D’Onofrio. Ad emettere la sentenza è stato il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno, Alfonso Scermino, dopo che il pubblico ministero aveva chiesto la condanna all’ergastolo.
A seguito della sentenza ed in attesa del deposito delle motivazioni a supporto della decisione del giudice, il papà del ragazzo, recluso nella casa circondariale di Fuorni da diversi mesi, ha commentato la decisione del giudice. Poche battute per sostenere l’innocenza del figlio.
«Ho preso atto della condanna di mio figlio – ha affermato Gaetano Siniscalchi – La ritengo ingiusta ed esagerata perché mio figlio è innocente come abbiamo sempre sostenuto e confidiamo affinché venga accertata la verità». La famiglia del 28enne di SanMango Piemonte, difesa dall’avvocato Silverio Sica, non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza ricorrerà ai giudici di Appello affinché venga fatta piena luce sulla vicenda. Si quella sera Eugenio Siniscalchi era a Pastena ma, come continua a ripetere non è stato lui a premere il grilletto contro il 36enne Ciro D’0nofrio. Questi fu freddato con tre colpi di pistola la sera del 30 luglio del 2017. Ad Eugenio Siniscalchi l’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di essere l’autore, in concorso con il fratello minore, della trucidazione del 36enne è stata notificata il 29 luglio del 2019. Eugenio Sinischalchi si è sempre dichiarato innocente, ha sempre respinto quelle gravissime accuse a suo carico.
Ora a sostegno del figlio e di quanto afferma è sceso in campo il papà che ha sempre creduto nelle parole del 28enne di San Mango Piemonte.