di Brigida Vicinanza
Perdite di acqua e cattivi odori a Piazza Portanova. Dopo la denuncia dello chef del locale Scalo 43, Apicella, a rispondere è il consigliere comunale di Campania Libera, Corrado Naddeo. Un vero e proprio attacco quello del consigliere di maggioranza che non lascia nulla al caso, anzi risponde a tono allo chef, addirittura evidenziando che probabilmente il problema della “cloaca” di piazza Portanova sono proprio alcuni ristoratori. Intanto Naddeo, scrive sul suo profilo facebook facendo una vera e prorpia cronostoria della vicenda: “Alla fine del mese di gennaio comincia ad evidenziarsi in piazza Portanova la fuoriuscita dai basoli di acque nere al confine con il Corso Vittorio Emanuele. Immediatamente partono le segnalazioni dei cittadini alle autorità preposte. Anche io mi attivo doverosamente. Seguono i sopralluoghi e le verifiche tecniche. Provando ad immettere liquidi colorati all’interno di scarichi riferibili a precise utenze limitrofe, si può definire la radice del problema – ha sottolineato Naddeo – rappresentato il problema (ai fini di un immediato intervento) dal competente ufficio comunale a determinati soggetti, che i responsabili dell’ufficio tecnico considerano responsabili della situazione, si deve (purtroppo) constatare che coloro i quali erano ritenuti responsabili di ciò, sostanzialmente non davano seguito alla risoluzione del problema ritenendosi estranei a responsabilità di sorta. A questo punto, parte formale diffida agli amministratori di due condomini della Piazza,da parte del Comune, ad effettuare i lavori necessari entro quindici giorni. Quello che è avvenuto nei giorni successivi, è a tutti noto: grande attesa da parte di noi tutti residenti nella zona e dei tanti concittadini che amano passeggiare in Centro. Durante quei giorni, personalmente, ho più volte telefonato al signor Teodoro Avallone (responsabile dei servizi idrico-fognari) che si è attivato costantemente al fine di consentire quantomeno una irrigazione con acque chiare della zona oltre a rimozione di sedimenti. Lo ringrazio pubblicamente a nome mio e dei concittadini per quanto ha fatto a qualunque ora del giorno, festivi compresi. Naturalmente, elasso il tempo dalla diffida, si procede”. Poi Naddeo si rivolge direttamente al cuoco dello Scalo 43 che, avendo rilasciato un’intervista su queste colonne, ha “scatenato” la polemica e a quanto pare la rabbia del consigliere comunale, che ci tiene a precisare tutti gli interventi che sono stati fatti per la piazza ma non solo: “A questo punto però devo, e mi dispiace, deplorare quanto affermato da Antonio Apicella (Scalo 43) che, evidentemente si esprime così per ignoranza dei fatti (in caso contrario sarebbe solo malafede che escludo categoricamente). Se locali privati, storicamente utilizzati a fini commerciali che non prevedevano preparazione e somministrazione di alimenti, sono stati recentemente modificati profondamente per renderli compatibili con attività di grande complessità come la ristorazione, è chiaro che si possono creare situazioni anomale – ha affermato il consigliere di Campania Libera – noi cittadini salernitani siamo spesso vittime di terribili esalazioni provenienti da cappe con filtri spesso intasati”. “Canne fumarie dove sono?” – ha poi continuato Naddeo, facendo riferimento anche alla discussione avvenuta in merito alla questione durante l’ultimo consiglio comunale del 2016. “Ancora più spesso troviamo campane di vetro circondate da bustoni ripieni di bottiglie di vino tutte uguali o da grosse lattine di olio (come se provenissero da ristoranti o bar) sopportando pazientemente e qui mi fermo. Ora dobbiamo anche subire una vergognosa aggressione sui giornali da chi, verosimilmente, non è parte del problema ma può rappresentare in sè il problema? Tutto ciò non è tollerabile. Prima di tutto voglio sottolineare che, nello specifico, l’iter seguito dal Comune è ineccepibile (i tempi obbligatori per legge, al fine di un possibile intervento in danno andavano rispettati); quindi a livello Istituzionale bisogna solo complimentarsi. Devo poi aggiungere che, quanto a me già chiaro (così come finora espresso a tutti i livelli), e cioè che in locali non adeguati per spazi ed impianti, non deve essere svolta attività di preparazione e somministrazione alimenti senza i necessari adeguamenti. Oggi a Salerno locali medio-piccoli, ma super centrali, vengono utilizzati, infrangendo norme e regolamenti, recando grave danno alla collettività; di contro, locali più ampi, tecnologicamente adeguati anche se meno centrali, restano inutilizzati”. Naddeo poi conclude, rimarcando ancora una volta il suo dissenso sul nuovo regolamento dehors: “Io sono totalmente in disaccordo con la risoluzione del problema che passerebbe dall’ampliamento di spazi interni relativamente ridotti dei piccoli locali, consentendo di occupare stabilmente ampi spazi di suolo pubblico con scatoloni che non sono ingentiliti dal termine dehors (vero e proprio cavallo di Troia); ne’ tantomeno è possibile tollerare l’immagine di sguatteri di cucina con lercie divise e luride calzature che escono da mini-cucine di mini locali per andare a recuperare alimenti in malsani magazzini (spesso lontani) trasportando derrate ( talvolta congelate e per le quali la catena del freddo è pura utopia) e per poi rientrare, sempre con gli stessi abiti, a lavorarli nelle cosiddette cucine. Diritti e Doveri, rispetto ed educazione”.