di Andrea Pellegrino
Il centro trapianti del rene del Ruggi d’Aragona rischia di chiudere. La struttura, per carenza di attività, sarebbe ad un passo dall’accorpamento con il Cardarelli di Napoli. Un nuovo centro di eccellenza dell’azienda ospedaliera universitaria di Salerno che potrebbe essere smantellato, con tutte le conseguenze del caso. Un nuovo ridimensionamento della struttura sanitaria, centro di riferimento dell’intera e vasta provincia salernitana. Tutto questo nel mentre si discute la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero, a pochi passi dall’esistente, firmato da archistar internazionali, al vecchio “Ruggi” quello di via San Leonardo, si smantellano i reparti vitali, con nuovi disagi che si intravedono all’orizzonte per gli utenti. Da tempo la crescita dell’azienda ospedaliera universitaria si è arrestata inesorabilmente, per carenza di prestazioni e per carenza di personale. Vale per il “Ruggi d’Aragona” ma anche per le strutture collegate, a partire dal “Da Procida”, dove solo qualche settimana fa c’è stato lo stop per diversi giorni della piscina riabilitativa, fino al sempre più tormentato ospedale di Castiglione di Ravello, nel mezzo della sfortunata – sotto il profilo dell’assistenza sanitaria – Costiera Amalfitana. Ma, se confermato, l’accorpamento con la struttura ospedaliera napoletana del centro trapianti del Ruggi d’Aragona, sarebbe eclatante, soprattutto nei giorni in cui si festeggia la ‘rinascita’ della sanità in Regione Campania, per opera del governatore Vincenzo De Luca. Altro dato negativo è la scarsa donazione di organi, soprattutto in provincia di Salerno. Un ulteriore e determinate elemento che potrebbe contribuire allo stop ai trapianti al “Ruggi d’Aragona” che all’attivo dovrebbe avere circa 40 operazioni all’anno.