di Salvatore Memoli
Esiste ancora un caso Craxi? Credo che lo si stia creando ora e con profili politicamente e storicamente inquietanti. La storia di un grande uomo politico e di un grande statista morto in esilio in Tunisia, tra l’indifferenza di molti in Italia é stato un caso truculento condito di accuse, sospetti e verità giudiziarie ammaestrate per screditarlo e gettarlo ai margini dell’attualità politica italiana. Non metto in dubbio comportamenti della politica del suo tempo molto discutibili. Erano comportamenti del suo partito come di altri partiti, con storie e profili diversi, con finanziamenti illeciti dei privati o di Paesi stranieri, per motivi ideologici. Non sosterrei mai che certi condizionamenti non siano reato ma non credo che la politica di nessun partito politico abbia fatto a meno di sostegni finanziari per organizzarsi.
Craxi entrò in un tritacarne terribile che più di esporre il suo Partito il PSI espose lui, il vertice politico, con una grande storia istituzionale ed internazionale. Craxi, il politico che diceva di no agli americani e che metteva l’Italia al centro dei suoi impegni di Governo, in Italia ed in Europa. Colpirlo significava colpire la sua idea, la sua organizzazione, la sua leadership. Venne deriso, gli gettarono monetine, sollevarono i cappi in Parlamento, trascinato alla sbarra, tentarono di offuscare tutti i suoi meriti ma la sua lucidità, corroborata dal silenzio e dalla forza umana che ispira ancora la terra tunisina, ha retto a tutti gli urti ed ha permesso a lui di raccontare verità che lo difendevano e verità che anticipavano il futuro che avrebbe condannato per sempre l’Italia. Ripercorrere i suoi trascorsi di uomo dell’esilio farebbe tanto bene anche a chi presume di conoscerlo. Craxi tunisino resta un vate, un padre della patria, una mente eletta con una forza espressiva che spacca le amare e scontate convenzioni. Resta un socialista importante, testimone di un socialismo internazionale, capace di grandi opzioni. Un uomo con la testa in alto che rifiutò le accuse di corruzione personale riconoscendo di sapere che i finanziamenti ai partiti esistevano per tutti.
Nei giorni scorsi abbiamo ricordato ad Hammamet i 24 anni della morte di Bettino Craxi. La sua tomba era circondata di garofani rossi e freschi. Come un tempo, quando viveva! Questo Craxi parla ancora di una grande storia di sinistra, di un Partito Socialista pieno di grandi ideali, con tutti i limiti di un rapporto difficile con il Partito Comunista, anzi con alcuni comunisti che ne hanno accompagnato la fine. Alla cerimonia del 2024, divisa tra il giorno 19 dove era presente Bobo e quella del 20 che Stefania ha guidato accompagnata da un gruppo di persone, niente personalità come un tempo, niente grandi nomi italiani e tunisini, assenza di grandi politici e giornalisti italiani, durante la quale ha tenuto a precisare che ascrive soltanto alla Destra il merito della memoria dell’ex Presidente socialista del Governo italiano. Stefania Craxi é una figlia adorabile, niente riesce a fare meglio della memoria di suo padre. É, in questo, una valchiria impareggiabile che difende la memoria del suo sangue, suo padre Bettino! Tutto le é dovuto ma non può utilizzare la sua posizione di figlia per trasportare la memoria del socialista Bettino Craxi nel cuore della Destra italiana. Stefania dice che c’é un caso C che resta aperto. Forse é vero, ma non lo chiuderà un timbro fascista e di destra!
Da figlia difenda quanto vuole il padre, sulla storia politica di Bettino deve lasciare il giudizio alla storia e a chi ne sa più di lei! Anche se é vero che la sinistra italiana é ancora latitante sul caso Craxi, io credo che i problemi di Craxi con una parte della nomenclatura di sinistra non spostano di un millimetro la sua storia di uomo di sinistra! I rapporti si possono recuperare e si può superare quella squallida sovraesposizione comunista su tangentopoli e mani pulite ma non si può mai portare Craxi a destra! Erano proprio in quell’area gli sventolatori di cappi in parlamento, i fiancheggiatori di mani pulite!
Dalla Tunisia, dalla tomba piena di garofani rossi ed odorosi, dal patrimonio di testimonianze lasciato da lui, si può recuperare il messaggio postumo ed autentico di Bettino, uomo di sinistra, con una visione europeista ed internazionale dei diritti civili e dei diritti dei Popoli. Con un programma di legare all’Europa e al Mediterraneo il Nord Africa! Non per spicciola convenienza ma per grande respiro politico socialista e di sinistra che aveva ed ha una sua originalità che vive. Come vive ancora, qui, in Tunisia, il suo pensiero e la sua memoria, un uomo che hanno voluto far morire in esilio e latitante!
Un latitante con indirizzo, telefono, che incontravi per strada quasi ogni giorno, che nessuno é venuto mai a cercare e che ha parlato sempre dicendo un’altra verità, diversa da Mani Pulite. Diversa dalla Destra italiana ed europea!