I poli della politica - Le Cronache Attualità
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I poli della politica

I poli della politica

Salvatore Memoli

La politica ha bisogno di chiarezza. Ritorna il tempo di mettere i puntini sulle i! Una bella espressione che si adatta al bisogno di navigare nei mari della politica con una lanterna accesa. Non si tratta di guardare oltre, é importante riconoscere il volto del marinaio e di segnalare il brigantino. Nel mare della politica marinai e pirati sono diventati un’informe ciurma da cui é difficile salvarsi. La politica di questi tempi fa più paura, non invita la gente ad occuparsene serenamente. Tutta la politica, non è questione soltanto di una parte. Sono le linee politiche e gli uomini che le rappresentano a non suscitare stima ed attenzione. Deve essere detto che tutto l’arco costituzionale, al quale Craxi aveva omologato quelli del Movimento Sociale, gli eredi del Fascismo, risente di un’occupazione degli estremi, di destra e sinistra, con qualche eccezione di altri pressoché irrilevante sul piano della consistenza. Rileggevo uno scritto adamantino di Luigi Sturzo sulla sua posizione politica nei riguardi del fascismo contro cui aveva innalzato un muro ideologico chiaro e senza riserve. Le idee erano supportate da altri sistemi elettorali. Ora, é stato fatto di tutto per combattere un polo moderato. Tutto lo scenario attuale risente di un’assenza di una realtà politica moderata, interclassista e con uno sguardo oltre i confini nazionali, com’era la Democrazia Cristiana. Sul fascismo don Luigi non le mandava a dire. Era fermo nel convincimento antifascista. Così come faceva una differenza tra i Cattolici ed i clericali. Riteneva che quelli che avevano sottoscritto i Patti del Laterano erano clericali e quelli che sostenevano il fascismo erano più clericali del clero. Il fascismo che andava condannato era il totalitarismo instaurato da Benito Mussolini e la deriva dittatoriale che era confluita nell’alleanza con il Nazismo. Don Luigi capiva bene le ragioni del fascismo al suo inizio come ideologia anticomunista, baluardo contro il comunismo bolscevico. Ma quello era un’altra cosa! Faceva paura all’Italia, all’Inghilterra, alla Francia ed al resto dell’Europa. Tutti avevano paura del comunismo che avanzava, come filone del pensiero politico marxista sviluppato agli inizi del 1900. Mussolini passò ben presto alla convinzione di contenere non solo il comunismo bolscevico bensì anche socialismo e popolarismo, riuscendo a guadagnare non poco consensi nel 1921. Ma le idee iniziali del Mussolini si convertirono ben presto in una volontà antidemocratica che limitava le libertà causando molti problemi al popolo italiano. Ma il fascismo non è il solo responsabile di regimi contrari alla libertà. Il comunismo da altra posizione e con altri fini ha seriamente messo in crisi la democrazia. Come dimenticare la dittatura di Stalin? Condizionò il suo popolo per circa 30 anni, con l’abolizione della proprietà privata, la nazionalizzazione delle industrie, i ritmi di lavoro massacranti degli operai, con oltre 5 milioni di massacrati a causa del loro dissenso. Con questi fatti nessun commentatore ed interprete può assolvere il comunismo, almeno dalla parte dell’osservatorio cristiano. Non a caso i democristiani erano antifascisti ed anticomunisti, scegliendo una posizione politica di centro e, soprattutto, di mediazione, cioè interclassista e fortemente schierata sui valori sociali della Rerum Novarum di Leone XIII. Sulla scena politica italiana non c’è traccia di una presenza politica che ha combattuto fascismo e comunismo, ricostruendo l’Italia dalle ceneri della brutta guerra mondiale, liberandola dai condizionamenti del fascismo e dalle cattive coscienze che conservavano il mito bolscevico del comunismo Stalinista. Il partito cattolico purtroppo l’unico a scomparire dopo quella triste pagina della dittatura di Mani Pulite, non ha conservato i suoi meriti ideologici con degne rappresentanze politiche che avevano consentito di allontanare gli spettri di comunismo e fascismo. C’è un revisionismo ideologico e una lotta agli ideali moderati di cui l’Italia ha sofferto con la scomparsa della Democrazia Cristiana. Una parte di responsabilità deve andare al sistema elettorale che sarebbe da cambiare. Oggi più del passato il pensiero autentico di don Luigi andrebbe seguito dagli elettori con una chiara lettura della storia europea, stretta da nuovi autoritarismi camuffati da sovranismo e striscianti egoismi. Tutti sono in grado di legittimarsi politicamente, autoreferenziandosi, neo fascismo e neo comunismo, mentre manca una posizione moderata, capace di affrontare le insidie striscianti dei nuovi assetti politici, pieni di autoritarismi, conformismi, richiami di tecnologie esasperanti, mass media in libertà, una rappresentanza piena di supposti saperi e dispotismi camuffati da efficienza. Manca una tutela vera della democrazia della partecipazione che garantisce la buona crescita e l’autodeterminazione dei popoli e delle persone. Quello che non possono e non sanno fare coloro che sono eredi di posizioni estreme di destra e di sinistra, bravi a rappresentare parti dei processi democratici, incapaci di mettere insieme e gestire pluralismo e diversità.