di Carmine Rosamilia
Questa sera martedì 27 luglio, alle ore 21.30, in largo Santa Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, per il primo appuntamento della XXXVI edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, concerto de “I Musicastoria” in “Spasiba”. Ingresso 10 euro (www.postoriservato.it). Il ricavato andrà alla onlus Salerno Accoglie, l’associazione che cura progetti di accoglienza per i bambini provenienti dagli orfanatrofi bielorussi. La band I Musicastoria è così composta: Angelo Santucci, voce e percussioni; Fortuna Imparato, voce; Raffaella Coppola, balli, voce e percussioni; Danilo Gloriante, violino; Ciro Marraffa, mandolino, mandoloncello, chitarra battente e voce; Francesco Granozi, chitarra acustica e voce; Pietro Pisano, basso elettrico e voce. In occasione della rinnovata partecipazione alla rassegna del Teatro dei Barbuti, I MusicaStoria presenteranno lo spettacolo “Spasiba”, parola tratta dal dizionario di bielorusso, che significa “grazie”. Sarà un’emozionante peregrinazione musicale e coreutica che accompagnerà lo spettatore in un viaggio nel tempo, che ripercorre il cammino artistico del gruppo, dai repertori musicali degli esordi fino ai giorni nostri. I Musicastoria nascono nel 1996 dall’unione di alcuni musicisti salernitani originari di Vietri sul mare. Da subito il gruppo diviene forza motrice di quel movimento di rinascita della tradizione musicale del sud-Italia, portando alla ribalta la musica popolare a livello nazionale e internazionale. L’elemento di forza del gruppo è la costante ricerca della radice di matrice storica che, attraverso attente rielaborazioni di antichi canti e reinterpretazioni di lavori cantautoriali di artisti quali Roberto De Simone, la Nuova Compagnia di Canto Popolare e i Musicanova di Eugenio Bennato e Carlo D’Angiò, ha dato vita all’affascinante dicotomia tra tradizione e innovazione, fino a dar vita ad uno stile musicale proprio che da sempre contraddistingue il gruppo de I MusicaStoria. I MusicaStoria nascono con lo scopo di rivalutare e diffondere il patrimonio musicale della Campania e di tutto il Sud – Italia. Un’idea questa che ci fa sentire a volte controcorrente nel mercato musicale. L’idea di un linguaggio e di una musica che affonda le sue radici nel mondo popolare, cioè nella nostra storia, in contrapposizione ad una “colonizzazione musicale” che parte dal mondo anglosassone e si diffonde anche in Italia condizionandoci a volte ad un ruolo di paese “terzomondista”. Non intendiamo però questo in senso reazionario; le espressioni della moderna tecnologia ci chiamano in causa, nella coscienza di un progresso che riguarda, allo stesso modo, Los Angeles in California e Pagani in provincia di Salerno. Le scelte musicali però non possiamo prenderle in prestito dai sorrisi e dai videoclips che vengono dall’America; nascono invece da una favola che viviamo continuamente percorrendo le polverose strade che ci portano nell’Agro Nocerino e sul Gargano, nel Salento e in Lucania e alla casa del diavolo incantatore che conosce tutte le “tammurriate” e costruisce tamburi di vera pelle di capra.