di Andrea Pellegrino
Partirebbe tutto dalla guerra di manifesti, sfociata in un duplice omicidio consumatosi a Fratte alla vigilia delle elezioni regionali della Campania. Da lì si sarebbero accesi i fari della direzione distrettuale antimafia sul Comune di Salerno. Il teorema si baserebbe sul rapporto tra alcuni personaggi cittadini della criminalità organizzata e gli appalti affidati dall’amministrazione comunale, in un recente passato e non. Praticamente sulle promesse elettorali e sui posti e gli affidamenti poi concessi successivamente alla vittoria elettorale e alla «presa» del controllo delle istituzioni cittadine. In poche parole sotto la lente d’ingrandimento ci sarebbe il classico voto di scambio, con l’impronta però della Dda. Da qui il viavai della Dia che da settimane, ormai, su disposizione di un pool di sostituti procuratori, acquisisce atti, verbali, determine e delibere nei vari uffici di Palazzo di Città. Carte relative alle cooperative sociali – con riferimento soprattutto agli appalti relativi la gestione di parchi e verde pubblico – ed, in ultimo, ai mercatini di Natale firmati da Buongiorno Italia. La volontà degli inquirenti è quella di ricostruire e dimostrare un vero e proprio «sistema» guidato dalla politica cittadina. Al momento non ci sarebbero iscritti sul registro degli indagati. Ma lo sguardo è soprattutto rivolto verso le passate giunte municipali e, quindi, anche verso ex assessori, oggi consiglieri regionali della Campania e qualche assessore attuale. Da qui, anche il coinvolgimento dei mercatini di Natale che quest’anno sarebbero finiti nell’occhio del ciclone della Procura. Sugli appalti e le cooperative, stamattina (con una conferenza stampa) l’avvocato Michele Sarno, dirà la sua, dopo aver ricevuto mandato dal C.S.S. Consorzio Solidarietà Salernitano, la società cooperativa sociale di Salerno che si occupa della cura e manutenzione del paesaggio, inclusi parchi, giardini e aiuole che dovrebbe racchiudere tutte le cooperative sociali affidatarie degli appalti e finite sotto l’attenzione della Procura di Salerno. Nell’elenco degli atti non ci sarebbe il Css, che stando alle determine comunali non avrebbe nessun rapporto con il Comune di Salerno, bensì tutte le altre coop che in questi anni hanno gestito i parchi cittadini. Poi, sempre al vaglio degli inquirenti, ci sarebbero le gare d’appalto e le sostituzioni dei componenti. Nel dettaglio, secondo indiscrezioni, sarebbero le coop (di tipo B): Il Leccio, Le Ali, Eolo, Alba Nova, Terza Dimensione, Lavoro Vero, 3SSS e Socofasa. Tutte già operanti in città da diversi anni, negli otto lotti stabiliti dal settore manutenzione ed infrastrutture. Quanto alla commissione e la recente gara, secondo la ricostruzione dei fatti, il 27 maggio scorso, alla scadenza dei termini fissati dal bando, sono stati undici i partecipanti alla procedura di gara, riservata alle cooperative sociali, per l’«affidamento del servizio di gestione dei parchi e giardini e di manutenzione del verde urbano», per otto lotti, e nello specifico: Parco del Mercatello, Parco dell’Irto, Parco del Seminario, Parco Buongiorno, Villa Bracciante, area Carnelutti, Parco delle Rose e Verde pubblico in generale. Valore complessivo dell’appalto: 1 milione di euro ed oltre. Ad agosto, però, il sindaco cambia la presidenza della commissione giudicatrice: da Giovanni Micillo, direttore del settore impianti e manutenzione, la guida passa alla comandante dei vigili urbani Elvira Cantarella. Solo a dicembre la composizione della nuova commissione, così composta: Cantarella, presidente; Giuseppe Memoli e Pasquale De Amicis, componenti. Stamattina, però, Sarno annuncia: «L’appuntamento, che vedrà la partecipazione anche dei presidenti delle cooperative, servirà per chiarire alcuni aspetti relativi alle notizie diffuse all’indomani delle attività di controllo predisposte dalla Direzione Investigativa Antimafia di Salerno per l’accertamento delle procedure di affidamento ed esecuzione degli appalti».