Brigida Vicinanza
Alla fine Claudio Gubitosi tira le somme del Giffoni Film Festival e come da un lato Vincenzo De Luca ha dato forfait, facendo sentire la sua assenza, dall’altro lato il “patron” dell’evento ha “snobbato” il governatore della Regione Campania. Che qualcosa sia andato storto, non è dato sapere ufficialmente, ma che l’assenza del presidente si sia fatta sentire soprattutto dopo aver finanziato la manifestazione con 4milioni e 400mila euro è risaputo ma tra i ringraziamenti finali la Regione non viene nominata mai. Ieri bilancio di fine festival all’interno della Cittadella del Cinema di Giffoni Valle Piana con il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, al quale parte subito la richiesta da parte di Gubitosi di una legge di bilancio dello Stato in cui inserire proprio il festival così come avviene per il festival di Venezia. «Abbiamo fatto un lavoro immane in questi due anni, nel 2020 ci saranno i 50 anni del festival. Mi ha segnato molto questa edizione perché è quella in cui sto distruggendo per poter ricostruire – ha dichiarato il direttore – quella nella quale ho detto i “miti” non servono. Proprio perché ci avviamo ad un’età diversa invito tutti ad amare Giffoni guardandolo da un altro punto di vista. Non aspetterò più il 2020 per cambiare il nome di “experience” con “opportunity”, anzi cominceremo già dalla grafica nuova. Dato che abbiamo avuto un riconoscimento unico, per quello che facciamo qui può essere un centro della cultura a tutti gli effetti, e dunque chiedo al ministro: forse è arrivato il tempo che noi possiamo chiedere, dato che rappresentiamo una bella storia italiana, di avere la nostra legge di bilancio, domani che magari non avremo più il finanziamento e di trasferire sul bilancio dello Stato questa realtà come è per Venezia, quindi per chi verrà dopo di me io sono guerriero, ma sarebbe bello che l’Italia potesse segnare questa svolta e non dipendere più dal giudizio dell’uno o dell’altro, quindi metterci nella legge dello Stato». Poi dopo essere passato in rassegna agli ospiti che hanno calcato il tappeto “blu” per circa 9 giorni e che hanno segnato la 48esima edizione, Claudio Gubitosi passa ai ringraziamenti: «Ma devo ringraziare tutti, anche il Miur e Mibact, anche per i finanziamenti che Lei (riferendosi al ministro) ha dato al Miur per insegnare il cinema nelle scuole italiane – ha concluso – l’1% di questi finanziamenti siamo stati noi a sollecitarlo e abbiamo fatto un buon lavoro, quindi siamo pronti a partire nei prossimi anni a fare tanto lavoro nelle scuole d’Italia».
Il plauso del ministro Bonisoli: «Il festival è unico nel suo genere»
«Quando si parla di un festival che dura ormai da quasi cinquant’anni, e’ giusto che si rifletta anche sulla sua possibile istituzionalizzazione». A dichiararlo ieri è il ministro per i Beni e per le Attività Culturali Alberto Bonisoli, in occasione della giornata di chiusura del “Giffoni Film Festival”, giunto alla sua 48esima edizione. “Prenderemo in esame varie ipotesi. Certo è che il “Giffoni Film Festival” è un esempio di eccellenza, un festival non paragonabile con nessun altro festival del cinema, e che proprio per questo non ha bisogno di definizioni. E’ unico nel suo genere – ha dichiarato Bonisoli – per il festival di Giffoni sono stati spesi soldi pubblici, ma sono stati spesi bene, con ragionevole rispetto delle tempistiche e con l’approvazione da parte di chi di solito, quando viene nel Mezzogiorno per investire, parte da un fortissimo pregiudizio. Il “Giffoni Film Festival” è un successo per tutte queste cose, e perchè dura da decenni. In questo senso, l’intervento pubblico ha senso quando va a supplire alla mancanza di opportunità economiche da parte di privati». Il ministro Bonisoli, ha poi concluso: «Se viene realizzato qualcosa che ha vale e dura nel tempo, allora abbiamo fatto centro. L’uso intelligente di proposte culturali di eccellenza puo’ diventare una straordinaria “arma” diplomatica. Una volta la diplomazia si faceva con le cannoniere, oggi grazie a Dio quel periodo è finito, ci sono altre sfide a livello internazionale, e i rapporti di tipo culturale le condizionano. Le iniziative culturali fatte in altri Paesi del mondo, che vanno a raccontare cosa è l’Italia di oggi, rappresentano un’opportunità che dobbiamo sfruttare di più».
«La mia missione è quella di essere un produttore di felicità e benessere»
«Il mio mestiere e la mia missione è di essere produttore di felicità e benessere». Il direttore Claudio Gubitosi si lascia andare anche alle emozioni, facendo un primo bilancio di questo festival e non le nasconde, tra la voce piena di soddisfazione: «Il calore dei ragazzi, le lacrime, gli abbracci, tutta una serie di fattori che ho visto non verranno mai trasferiti in un “analytics”. Il senso del Giffoni Film Festival è quello di creare una grande aggregazione e comunità – ha sottolineato – e trasferire determinati valori ai ragazzi quali la trasparenza, fiducia, lealtà. È stata un’edizione di rottura che ha battuto molti schemi. Non abbiamo il tappeto rosso, non tagliamo nastri,non facciamo le solite cose, torniamo ad essere quelli che siamo sempre stati, diversi. Siamo un’idea di valori non saturi, in un’epoca in cui sembrano smarriti. Giffoni è un’idea di storie e contenuti, una grande famiglia. Quest’anno è stata una sfida, ho numerato sette festival in uno. Non è stato nemmeno necessario fare uno spot. Ho voluto questo momento anche per noi, abbiamo lavorato con brand e associazioni di ogni tipo, messo a contatto con i nostri ragazzi con numerose personalità del paese. Siamo i sesti al mondo tra quelli che sono i festival internazionali più amati. I dati che ci riguardano sono scandalosi per quanto grandi. Per molti Giffoni è una persona fisica, molti ci scrivono durante l’anno, Giffoni è una terra di mezzo tra intercettare ciò che amano i ragazzi e trasmetterglielo. Il bilancio sociale è fondamentale, qui molti arrivano e si riconoscono. Tutti i riconoscimenti ricevuti sono frutto del lavoro: portiamo centinaia di migliaia di ragazzi al cinema. Qui si potrebbe aprire una delle sedi della scuola internazionale di cinema. Abbiamo avuto 12000 auto al giorno, chiuderemo con 300mila persone in più, senza fare pubblicità, questa è stata la nostra sfida. Ho voluto questo momento per capire qual è il senso di Giffoni e qui sono arrivati tutti, un ritratto che ci soddisfa».