di Matteo Gallo
Un coro di voci per una sinfonia unica: fare rete. Si chiude con la volontà di un cammino comune e la promessa di un nuovo incontro la tre giorni di confronto tra duecento direttori di festival cinematografici italiani fortemente voluta dell’ideatore e fondatore di Giffoni Claudio Gubitosi e ospitata nella Cittadella del Cinema. Ieri l’atto conclusivo con un ultimo scambio di riflessioni e la definizione di una direzione di marcia: “Nessuna associazione. Immagino un osservatorio che dia la possibilità di continuare liberamente e stabilmente a trasferire esperienze, a condividere idee –ha spiegato Gubitosi-. Il senso di questo evento è lo spirito di servizio. Noi non eravamo obbligati a organizzarlo e gli altri non erano obbligati a partecipare. Abbiamo sentito, tutti, l’esigenza e il desiderio di stare insieme. È stata la prima volta ma non sarà l’ultima”. Tante le adesioni che non sono state soddisfatte per osservanza dei protocolli di sicurezza. Tante le mail che continuano ad arrivare nella casella di posta della direzione del festival. “Giffoni –ha chiarito Gubitosi – non aspira a nulla. Informa e non forma. Siamo sistema Paese, siamo sistema Cultura. Abbiamo il diritto di unirci e il dovere di conoscerci e confrontarci. Nessuno ha la titolarità esclusiva in materia di cultura ma ognuno di noi contribuisce alla costruzione di quell’inestimabile patrimonio italiano di storie ed emozioni che, dal piccolo borgo fino alla grande città, rappresenta un’unica grande dichiarazione d’amore al mondo intero”. Dal glocale al locale. Perché dal territorio si parte e al territorio si deve sempre volgere lo sguardo. “Lì – ha sottolineato l’ideatore di Giffoni- c’è la nostra storia, le radici che ci consentono di crescere forti. Non dobbiamo dimenticarlo. Non esistono periferie culturali o peggio ancora esistenziali. Nessun cammino virtuoso è possibile senza memoria del passato. Sul territorio ci siamo noi, c’è la nostra gente, il nostro pubblico. Sono gli uomini e le donne, i ragazzi e le ragazze il vero motore, il cuore dei nostri festival”. Il moto del cuore va appuntato nella testa, tra le pieghe del pensiero. “Sono le idee a fare la differenza –ha rimarcato Gubitosi-. Contengono il seme di quei progetti che poi assumono anche la forma dei programmi. Le idee cambiano la storia del mondo”. L’organizzazione di un festival è operazione complessa che ondeggia tra la scienza esatta e la creatività. L’azione progettuale deve dare continuità ma anche saper trasferire la meraviglia delle sorprese. Gubitosi ne è pienamente consapevole: “Solo innovando –ha specificato- si possono affrontare e vincere le sfide del tempo presente. La storicità è un valore prezioso che però non deve essere cristallizzato con la presunzione di trasformarlo in una rendita parassitaria, in un bancomat per acquisire fondi. Sarebbe un errore imperdonabile”. La strada risulta tracciata. Filiera istituzionale, dialogo e rispetto reciproco. Elaborazione di proposte di qualità e azione progettuale sinergica per intercettare risorse pubbliche e private. Internazionalizzazione per aprirsi al mondo, inclusione sociale e sostenibilità ambientale per migliore quel mondo. “La cultura –ha detto Gubitosi- non è fine a se stessa. La ricaduta sul territorio è sociale prima ancora che economica. Con il nostro lavoro diffondiamo valori, lanciamo messaggi e naturalmente creiamo occupazione. Abbiamo la responsabilità di accendere i sogni, di far attraversare il pubblico da una scossa di felicità. Esiste un’etica della cultura prima ancora che una cultura dell’etica”. Grande soddisfazione per Jacopo Gubitosi, managing director di Giffoni: “Questo evento è una grande vittoria per tutti noi. La cultura è vita. Amore, amicizia, condivisione, lealtà. Sono questi i nostri valori, quelli in cui crediamo e con i quali inizieremo un nuovo cammino insieme nel segno della passione per il cinema e per i nostri territori”. Alle porte la cinquantunesima edizione del festival, in programma dal ventuno al trentuno luglio. Nell’occasione sarà proiettato il docufilm che ne celebra la straordinaria storia d’amore con un racconto intenso lungo mezzo secolo. Manca poco più di un un mese ma qui, nella cittadina dei Picentini, il tempo è una dimensione unica, trasversale, immanente. “Siamo chiamati all’impegno del pensare e del fare, ora più che mai – ha concluso Claudio Gubitosi- . Dobbiamo rimettere in moto le energie migliori accendendo il desiderio delle cose belle per realizzarle nei nostri festival, con il nostro team, al servizio delle comunità. Mettiamo al centro i territori e ragioniamo di turismo di prossimità, non solo di quello nazionale e internazionale. Dobbiamo avere una visione nuova, alta, all’altezza del compito che ci aspetta. Giffoni farà la sua parte. Siamo pronti a vincere questa sfida insieme agli altri”.