Dopo l’intenso Pirandello di Leo Gullotta, il cartellone firmato da Claudio Tortora presenta nel week-end lo spettacolo del duo di showmen coadiuvato dalla Big-Band Jazz Company diretta da Gabriele Comeglio
Di Olga Chieffi
Il vero comico è colui che ti sa far vedere le proprie storture senza farti sentire giudicato né tantomeno condannato e loro questo pregio ce l’hanno. In un’ottica di varietà ed ecletticità, grande energia, sabato alle ore 21 e domenica alle ore 18,30, saranno ospiti del teatro delle Arti, Massimo Lopez e Tullio Solenghi, per una serata spensierata, dopo l’intenso Pirandello regalato da Leo Gullotta. Massimo Lopez e Tullio Solenghi tornano insieme sul palco dopo 15 anni come due vecchi amici che si ritrovano, in uno Show di cui sono interpreti ed autori, coadiuvati dalla Jazz Company del maestro Gabriele Comeglio, che vanta grandi solisti, per dirne uno la tromba sopra le righe di Emilio Soana. Ne scaturirà una scoppiettante carrellata di voci, imitazioni, sketch, performance musicali, improvvisazioni ed interazioni col pubblico. Tra i vari cammei, l’incontro tra papa Bergoglio (Massimo) e papa Ratzinger (Tullio) in un esilarante siparietto di vita domestica, e poi i duetti musicali di Gino Paoli e Ornella Vanoni, e quello recente di Dean Martin e Frank Sinatra, che ha sbancato la puntata natalizia di “Tale e Quale Show”. In quasi due ore di spettacolo, Tullio e Massimo, da “vecchie volpi del palcoscenico”, si offriranno alla platea con l’empatia spassosa ed emozionale del loro inconfondibile “marchio di fabbrica”. Così, il pubblico sarà al centro di un coinvolgimento emotivo che toccherà il suo apice nel ricordo di Anna, due minuti di commozione pura, anche se i suoi due ex compagni di giochi Tullio e Massimo la sua presenza in scena la avvertono per tutte le due ore di spettacolo. Ardimentoso e sempre complesso è proporre canzoni in uno show teatrale. Il più delle volte, si rischia di spezzare il ritmo in scena in una sorta di micro unità e mettere a dura prova l’attenzione degli spettatori. A Lopez e Solenghi va il merito di creare una linea temporale, coesa e fluidamente strutturata fra performance canore e brani di prosa: nello sketch su Sanremo l’omaggio coatto e insistente di Modugno (Lopez) interrotto da occasionali intermezzi spazientiti di Baudo (Solenghi). Ancora più emblematica è la sfida fra “classico e moderno”, in apertura di spettacolo: polemicamente proposta dai due amici: meglio Michael Bublé o un caro e vecchio Amleto di repertorio con tanto di toupet di scena mantello e teschio? Al pubblico l’ardua sentenza.