Gli scambi d’identità di Miguel Zenòn
Il sassofonista si presenterà questa sera al Modo di Salerno in quartetto, per proporre il suo ultimo lavoro “Identities are Changeable” dedicato alla comunità portoricana in New York
Di OLGA CHIEFFI
Zenòn è ritenuto uno dei sassofonisti più influenti della sua generazione. Mai dimentico delle proprie origini, è tra i pochi musicisti in grado di bilanciare i contraddittori poli dell’innovazione e della tradizione. Perfettamente integrato nella cultura post hardbop e modale, il sassofonista portoricano Miguel Zenon pennella molte delle sue performance con il sentire ritmico “Latinoamericano”, il suo ultimo lavoro discografico “Identities are Changeable” rappresenta la ricerca di qualcosa di nuovo nel suo percorso di uomo ed artista e lo porta diritto in Africa, alle origini della musica. Questa sera, alle ore 21,30 l’altista Miguel Zenòn, si presenterà con la formazione composta Luis Perdomo al piano, ha collaborato con artisti del calibro di Ravi Coltrane, Alice Coltrane, John Patitucci, Ray Barretto, Brian Lynch, David Sanchez, Claudia Acuña , a completare l’ensemble: Jorge Roeder, uno dei contrabbassisti più richiesti della scena Newyorkese e alla batteria Henry Cole, musicista di grande forza, personalità ed estreme doti tecniche. Miguel Zenon ha esplorato il tema dell’identità nazionale vissuta dai newyorkesi di origini portoricane. Come la più grande comunità di portoricani fuori dell’isola (1,2 milioni) ha fatto un viaggio che li ha portati dopo 1600 miglia a New York City, Miguel ha voluto esplorare le ragioni di questo spostamento a Nord e come è cambiata l’esperienza di vivere nella Grande Mela. Zenon si è trasferito a New York dal 1998, perseguendo i suoi sogni di musicisti jazz che sanno che New York City è la Mecca del jazz negli Stati Uniti. Miguel stesso ha fatto le interviste dei suoi connazionali che hanno sviscerato un unico questionario “Ciò che rende un portoricano un portoricano?”. Sostenuto da questo quartetto, Zenon propone un ciclo di temi caratterizzati da un groove contagioso emanato da musicisti che intrecciano i loro suoni dentro e fuori con le storie degli intervistati, nati da genitori venuti a New York, con il loro ricordo e le loro radici che ritornano sempre a Puerto Rico. Alcuni sono tornati alla loro isola, ma molti che non si considerano portoricani in prima battuta sono sempre accomunati alle loro radici da riti, lingua e identità culturali. Zenon afferma che “Tutte le composizioni esplorano l’idea delle molteplici strutture ritmiche che convivono in questo scambio musicale tra Puerto Rico e New York”. Il concerto sarà aperto dal gruppo del chitarrista avellinese Federico Luongo, per presentare il suo ultimo lavoro about this project.