di Brigida Vicinanza
Un confronto c’è stato. Operai e Comitati nella stessa stanza, per discutere, approfondire e dialogare. Ieri mattina a fare visita al Comitato Salute e Vita durante una conferenza stampa, sono stati alcuni dipendenti dell’opificio di Fratte. Volevano un confronto, volevano andare fino in fondo e capire da vicino cosa avessero da dire i membri del Comitato e le loro proposte. Non senza qualche piccola incomprensione, che ha però spazzato via i tantissimi malumori che si sono creati in questi mesi. Fermi sulle proprie idee, da entrambe le parti, ieri mattina però hanno teso una mano per arrivare ad una soluzione che possa mettere d’accordo tutti. Il comitato salute e vita ha presentato la sua personale proposta di fronte ai lavoratori, che sono rimasti ad ascoltare, nonostante le tensioni iniziali. “La nostra non è una soluzione utopica, ma è stata già adottata in Italia in diverse occasioni quando un’azienda per vari motivi è andata in crisi perchè senza stabilimento ma con commesse in portafoglio”, propongono i membri del Comitato: “Attraverso un accordo di programma sotto l’egida del Mise e delle Regioni, le commesse di Pisano potrebbero restare patrimonio dell’azienda salernitana, ma cedute temporaneamente ad altre fonderie che produrrebbero per conto dei Pisano fino all’avvenuta delocalizzazione degli impianti in un nuovo stabilimento, soluzione tra l’altro già adottata dai Pisano per quanto riguarda i fonditori di cui sono proprietari”. Una proposta che potrebbe servire alla delocalizzazione e nello stesso tempo permetterebbe all’opificio di via dei Greci di non riaprire per mantenere i clienti, problema che ha portato poi l’avvio della mobilità per i 120 lavoratori dell’azienda. Ma non solo proposta, Forte e i suoi hanno voluto porre ancora una volta l’accento sulle “bugie” dei Pisano, dopo aver presentato nuovamente la richiesta di Via alla Regione Campania, sottolineandone le incongruenze. Anche in questo caso, alla presenza di due dei tecnici dell’azienda, che hanno avuto un dibattito con il Comitato Salute e vita esprimendo le proprie preoccupazioni e il proprio dissenso su alcuni punti. Secondo la documentazione presentata da Forte infatti: “A seconda del tecnic, la fabbrica si trova in area residenziale o industriale, Pisano ha scritto tutto il contrario di quella che è la realtà dei fatti. Non conosciamo il progetto per la delocalizzione e l’atto di compravendita, ma per ora conosciamo la proprietà e le sue bugie dette fino ad ora”. Ma tra Comitato e lavoratori pare si possa iniziare a ragionare, a patto che: “Pisano chieda scusa per i reati commessi fino ad ora e faccio un passo indietro, allora possiamo aiutarvi anche nella delocalizzazione, in quanto noi siamo ancora a piangere i nostri morti”, ha concluso Forte.