Difficilmente dall’autopsia, che sarà effettuata questa mattina, verranno fuori elementi decisivi per individuare i killer di Aldo Autuori. Di certo si chiariranno meglio le modalità con le quali l’uomo, raggiunto da dieci proiettili, è stato trucidato con un agguato in perfetto stile camorristico. L’incarico è stato conferito dal pm Paternoster al medico legale Giovanni Zotti che dall’esame esterno aveva rilevato che l’uomo era stato raggiunto da colpi al volto, al collo ed all’addome. Dopo l’esame la salma del quarantacinquenne sarà restituita ai familiari che nella giornata di domani dovrebbe dare l’estremo saluto al congiunto dopo giorni tormentati tra lo choc, la rabbia ed i timori per nuove ritorsioni. Sull’agguato nei confronti dell’imprenditore della Erra Servis (con sede a Pontecagnano), come precisato tra l’altro da una nota dell’Autuori Group, indaga anche l’antimafia. Per il momento non sono emersi nuovi elementi. Gli uomini dell’Arma hanno provveduto ad interrogare diversi soggetti conniventi con ambienti malavitosi. Una decina di soggetti della zona, ritenuti altamente pericolosi e con gravi precedenti a carico, sono stati sottoposti alla prova dello stub ma, al momento, non sono stati riscontrati elementi tali per chiudere il cerchio o quanto meno chiedere una misura cautelare, per evitare il pericolo di fuga, in attesa di ulteriori accertamenti. Si sta vagliando con attenzione la documentazione della società di cui era titolare Aldo Autuori. Il volume di affari di quest’ultimo, i conti correnti, i contatti telefonici recenti e si sta provvedendo, contestualmente, anche una “rilettura” delle intercettazioni dell’inchiesta gasoline per comprendere se Autuori temesse qualcuno dei sodali o se avesse, quanto meno, manifestato malumori e perplessità su taluni soggetti coinvolti nell’affaire (che tra l’altro aveva permesso al titolare dell’impresa di autotrasporti di guadagnare una cifra rilevante). Al vaglio i rapporti con alcuni fornitori. Pare che Aldo Autuori avesse in cantiere un nuovo importante progetto. Il quarantacinquenne salernitano aveva rapporti intensi sia con l’ambienti partenopeo, e non solo, ma anche con gli autotrasportatori provenienti dalla Romania e da altri paesi dell’est europeo.
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