Le parole di rabbia del Governo contro la Corte dei Conti, che ha bocciato il Ponte di Messina, sono uno scivolone sulle reali intenzioni del progetto governativo di emulare la deriva reazionaria di Trump, che della guerra ai giudici ha fatto un caposaldo della sua strategia sovversiva del sistema democratico. Meloni e compagnia bella hanno toppato sull’onda della finta indignazione per la presunta invasione di campo dei giudici nella materia politica delle scelte di economia delle opere pubbliche. In realtà Meloni e compagnia bella già sapevano quale sarebbe stato il verdetto della Corte dei Conti sul Ponte di Messina. Un progetto raffazzonato, su costi reali e problematiche tecniche, pur di fare presto. Così il Governo ha simulato la sorpresa per scagliarsi, l’ennesima volta, contro tutte le Magistrature. Questa STRATEGIA della TENSIONE rientra nell’unica strategia che perseguirà il Governo nella imminente campagna referendaria sulla Riforma della Giustizia. La campagna elettorale di Meloni e compagnia bella sarà tutta puntata sulla provocazione continua ed esagerata per fare audience mediatica in vista del Referendum, e tentare così di trascinare il proprio elettorato alle urne per raggiungere una sia pur stentata maggioranza del NO! Questo perché la maggioranza degli italiani, se non trascinata a forza, non andrà a votare il Referendum per fare un piacere a Meloni. Ma per svariati motivi. Il primo è che la maggioranza degli italiani, angosciata dai problemi economici quotidiani (a proposito, industria e reddito sono in recessione) sanno che la loro condizione quotidiana non cambierà col risultato referendario. Il secondo motivo è che la maggioranza degli italiani non ha capito bene la questione tecnica del doppio CSM e delle carriere separate. Fondamentalmente tende a fregarsene, perché l’informazione mediatica di governo è stata fatta solo di slogan ossessivi che hanno prodotto il risultato di uno sconcerto confuso dell’opinione pubblica disinformata. Dall’altro lato la voce dissenziente della Magistratura è troppo debole per eccitare il dibattito nei vasti strati del popolo italiano. La Magistratura non ha canali televisivi o giornali che ha il Governo. Non può fare promesse, non ha le eleganti vestimenta che sfoggia ogni giorno la Premier in televisione, non ha caschetti biondi da scuotere durante le interviste televisive senza dibattito, non ha dispensatori di ottimismo e di annuncio di vittorie, vere o finte che siano. Non ha praticamente nulla al di fuori della propria voce tecnica e moderata, modulata sul ragionamento fine dell’intelligenza. Non sa gridare come Salvini, non sa bofonchiare come Nordio; non sa usare i doppi sensi del finto moderato Tajani, nè ha talebani vocalisti dell’aggressione verbale come i tanti volti inquietanti degli ultras televisivi della destra. La Magistratura non può alzare la voce perché non è il suo stile, non ha microfoni o telecamere sue. Sparare sulla Magistratura, insomma, come fanno Meloni e compagnia bella, è come sparare in guerra sulle ambulanze della Croce Rossa e poi gridare vittoria.
La Destra vuole la vittoria facile contro il debole. E’ nel suo Dna. La vittoria, comica per disparità di forze, è là nella sua strategia di propaganda. Mussolini invase l’Albania per la gloria dell’Impero e mettersi alla pari con Hitler. Se Hitler disse che gli ebrei avevano bruciato il Reichstag, la Destra nostrana sta dicendo che i Magistrati hanno sabotato il Ponte sullo Stretto. E’ un’idiozia, ma è lo stesso schema di esasperazione e di eccitazione dei sempliciotti per spingere lo scontro agli estremi e isolare ogni opposizione, criminalizzandola via via. Non è un caso che il Governo non abbia modificato nemmeno di una virgola la cosiddetta Riforma. C’è stato il rifiuto assoluto del dialogo per spingere allo scontro. Nei mesi che verranno, prima del Referendum, la Destra avrà il tempo e l’occasione della schedatura dei centri di Resistenza, preparando le mosse successive. Che inevitabilmente porteranno all’incremento della tensione, fino ai possibili gesti sconsiderati di piccoli gruppi estremisti. E avverrà la seconda fase del progetto. Quello della sterilizzazione del dissenso attraverso provvedimenti crescenti di isolamento sotto il marchio della delinquenza politica della Sinistra in genere come riferimento culturale. Il traguardo finale è la cancellazione non solo dell’opposizione, ma della storia. Ma devono fare in fretta, Meloni e compagnia bella. Perché la Destra estremista, in Europa, inizia a perdere colpi. In Olanda il Governo estremista di Destra ha perso le elezioni. Brutto segnale per Meloni. Che si è incamminata sul terreno insidioso della sfida alle piazze, dove, a parte i modesti cortei con il ritratto di Berlusconi per farlo santo subito, la Destra non è mai risultata vincente. Ecco, le piazze! E’ sulle piazze che avverrà lo scontro. Se il popolo democratico, lo stesso che ha risposto indignato per la strage di Gaza, capirà che la lotta per la libertà e la Democrazia passa per le manifestazioni pacifiche, allora la partita non è ancora persa. Altrimenti, in un ipotetico futuro distopico, ci sono le prigioni italiane vuote in Albania. Che fosse questo il vero motivo per cui il Governo le ha costruite? Altro che per i migranti illegali.
Michelangelo Russo





