Il violinista si regala per il suo sedicesimo compleanno il primo premio nel prestigioso concorso internazionale. La sorella Annastella si afferma in Valsesia
Di OLGA CHIEFFI
E’ il nostro Giuseppe Gibboni il vincitore del primo premio di categoria del Leonid Kogan International, una competizione per giovani violinisti svoltasi a Bruxelles nella prima decade di maggio. Un aureo talismano questo successo che Giuseppe, accompagnato al pianoforte dalla stessa madre Gerardina Letteriello, ha voluto regalarsi per il suo sedicesimo compleanno. Grande selezione dinanzi ad una prestigiosa giuria, stregata dalle emissioni sulfuree del 5° e immaginiamo del 24° Capriccio di Niccolò Paganini che ribadiscono ed esaltano la consuetudine sette-ottocentesca di chiudere una raccolta nel segno del bizzarro e dell’imprevedibile, il Trillo del Diavolo, la musica sognata da Giuseppe Tartini e inserita nella Sonata per violino n°4, una delle più geniali e difficili trovate del Settecento violinistico, e ancora la Sonata n°6 in Mi maggiore per violino solo op.27 di Eugène Ysaye, dal sottile sapore spagnoleggiante, latrice di una scrittura molto impegnativa, con scivolii armonici offerti dai quarti di tono e ricerche timbriche, e all’impiego degli esaltanti ritmi iberici, per chiudere con il concerto n°1 del genio genovese con il suo Adagio è noto come “aria di prigione”, l’influenza del nostro melodramma, il Rondò spiritoso in cui domina una delle specialità di casa Paganini e Gibboni, la melodia cantabile interamente eseguita su una sola corda, la quarta. Giuseppe ha anche un appuntamento importante a breve, il diploma, presso il nostro conservatorio per la gioia del Maestro di famiglia, Maurizio Aiello, che sarà un vero e proprio concerto, cui si potrebbe pur pensare di partecipare, per poi concedersi al pubblico del Premio Charlot, nell’anno celebrativo del quarantennale della morte di Charlie Chaplin, ospite della “famiglia” Tortora, per evocare il suo genio musicale e magari The Vagabond in cui Charlot si guadagnava da vivere suonando proprio il violino, strumento che insieme al pianoforte aveva studiato sin da piccolo. Ma i fratelli Gibboni sono un “Trio allegro e pieno di brio” per evocare la sigla di un cartoon degli anni ’80. Giuseppe e le sorelle gemelle Annastella e Donatella, li puoi trovare dappertutto, quanto meno te l’aspetti, cerimonie militari, festival della letteratura, cerimonie religiose. Successo anche per Annastella al Valsesia Musica International Competition Juniores, ove la violinista ha eseguito le variazioni di Niccolò Paganini sul tema dell’ “Nel cor più non mi sento”, da La Molinara di Giovanni Paisiello, con il tema, già nello spirito della variazione notato su due pentagrammi esposto con accompagnamento più contorno e catene di pizzicati e trilli-pizzicati con la mano sinistra, per sottolineare le parole dell’aria “ Mi pizzichi, mi stuzzichi, Mi pungichi, mi mastichi” e la Sarabanda dalla seconda partita per violino solo di Johann Sebastian Bach, un gusto questo da cui prese avvio l’arte bachiana di moltiplicare polifonicamente, espandendole fino ai limiti di uno strumentalismo quasi astratto, le possibilità «monodiche» del violino come della viola da gamba o del violoncello. Tante occasioni di confronto per la Famiglia Gibboni di Gerardina e papà Daniele che riescono a realizzare sempre in toto il credo che fu del grande Eugene Ysaye “Non fare nulla se non c’è per fine l’emozione: la poesia del cuore”.