Giovani menti in fuga, la scelta di Giovanni Varzi - Le Cronache
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Giovani menti in fuga, la scelta di Giovanni Varzi

Giovani menti  in fuga, la scelta di Giovanni Varzi

di Andrea Orza

La diaspora giovanile non è una questione attuale ma un fenomeno noto da diversi anni. Sono molteplici le ragioni che giustificano la cosiddetta “fuga di cervelli”, tra queste la ricerca delle opportunità che in Italia vengono negate. Il nostro Paese si conferma ancora tra i migliori plasmatori di giovani mente, ma spesso mancano le strutture così come lo spirito d’iniziativa. La motivazione è qualcosa che parte dall’interno e che senza l’impalcatura supportiva delle Istituzioni perde nel suo desiderio. Con il Covid-19 abbiamo assistito ad un’implacabile metamorfosi dei sistemi socioeconomici in cui i giovani hanno saputo tirar fuori il meglio dalle nuove tecnologie digitali. Ad oggi, sembra che il dilemma delle nuove generazioni sia l’affaccendarsi verso una direzione che conceda di restare a galla. Le risorse sono infinite e le vendite on-line permettono innumerevoli possibilità. L’indecisione tra l’impresa “fisica”, caratterizzata dalla tangibile presenza del cliente e il servizio in rete, che assicura una telepresenza efficiente e intuitiva, sembra essere un nodo di Gordio difficile da sciogliere. Che sia una fuga oltre i confini o un’evasione nell’interfaccia digitale, i ragazzi sembrano accomunati dalla spasmodica ricerca di un diversivo che assicuri un futuro funzionale alla sopravvivenza. Giovanni Varzi, una giovane mente in fuga, racconta il perché della sua scelta tutt’altro che sconsiderata. “Sono partito a malincuore per Pleven, in Bulgaria. Le università all’estero assicurano un’amministrazione didattica più rapida ed inclusiva. Nel mio dipartimento sono molti gli studenti salernitani e nonostante l’attaccamento alle nostre radici, sentiamo di aver fatto la scelta giusta. Speriamo in cuor nostro di fare presto ritorno ma non intendiamo sottostare ad un sistema sordo e incapace di fare un passo avanti verso i più piccoli.” Un dottorando salernitano in Economia e Managment spiega i pro e i contro delle possibilità economiche nel digitale. “Il negozio “fisico” per noi giovani ha costi troppo elevati e sicuramente garantisce entrate minori. Inoltre, il pubblico è limitato alla realtà del quartiere popolato dalle persone del posto. Per il negozio on-line invece il discorso è differente se si sanno adoperare gli strumenti giusti. Gli shop d’abbigliamento on-line possono portare a risultati migliori e portare consensi su scala maggiore. Inoltre, grazie con l’affinamento della comunicazione pubblicitaria si può creare il proprio network di clienti in base ai gusti personali. Il servizio, in questo caso è bidirezionale e accontenta la domanda dei consumatori oltre che le proposte dei venditori. Credo che sia il futuro delle nuove generazioni, ma anche per questo serve studiare e fare molte esperienze non sempre positive. Un primo passo sarebbe insegnare ai giovani come coordinare le nuove tecnologie al fine di esplorare nuovi campi economici.”