Da quando il 27 gennaio è stato dichiarato giorno della memoria per lo sterminio degli ebrei, è d’obbligo riandare con il ricordo a un salernitano per cui abbiamo impegnato lunghi mesi di ricerca storica. Qualche anno fa per Max Casaburi i risultati furono fruttuosi tant’è che si poté far riaffiorare il suo ricordo cittadino sia quale ufficiale del Regio esercito sia come comandante partigiano; sono due le medaglie di bronzo a lui attribuite nei registri delle decorazioni militari al valore. La prima con il grado di ufficiale comandante carrista in Balcania nel 1942 e la seconda alla memoria come partigiano combattente caduto il 29 aprile del 1945 per azioni legate alla città di Parma in cui manifestò con il nome Montrone il suo ruolo partigiano. La cosa più bella che in questi giorni si dovrebbe ricordare per l’ufficiale salernitano, resta il suo coinvolgimento a vantaggio degli ebrei, un aspetto che in ottant’anni non è mai stato documentato in modo inconfutabile. Malgrado reiteriate ricerche non siamo riusciti a dimostrare il suo coinvolgimento a vantaggio degli ebrei di quando Max impegnato come ufficiale carrista prestava servizio attivo nell’occupazione italiana dei territori oggi divisi tra Slovenia e Croazia. Certo egli si trovava li, com’è certo che quelle terre dall’invasione nazifascista fosse per gli ebrei un territorio molto pericoloso. In quegli anni quelle terre erano molte prossime a Fiume, lembo di terra italiana a tutti gli effetti e da dove ogni sera l’ultimo treno partiva per Roma. Noto è che nella città di Fiume nello stesso periodo operava a vantaggio degli ebrei il questore Salernitano Giovanni Palatucci. Max e Palatucci, erano quasi coetanei, entrambi provenivano da formazione cattolica ed entrambi, benché non nello stesso anno, uscissero diplomati dal Liceo Tasso a Salerno. Entrambi trapassati dal giogo nazista, tant’è che poi non è stato mai chiarito se si fossero già conosciuti in città. Certo che a Fiume ci fu un altro intreccio sospetto con la persecuzione degli ebrei messa in atto in quella regione di occupazione nazi-fascista. A Fiume si ebbe un altro incrocio, da ritenere casuale, tra Max e Don Paolino Beltrami, un monaco che a Parma aveva sposato l’ufficiale salernitano con la figliola di un generale del regio esercito. Pertanto Max e Don Paolino si conoscevano e si frequentavano ben prima dell’entrata nel conflitto dell’Italia e la chiesa di Parma dove fu unito in matrimonio, fu, come avvenne per Campagna, rifugio per i perseguitati ebrei rientranti della Dalmazia. Diversi gli ebrei che avevano individuato Fiume come meta di salvezza, e diversi ebbero la fortuna di incontrare alcuni Italiani, cattolici, salernitani nel nostro caso, che per coscienza umana operarono a loro vantaggio. In una situazione non semplice con nazisti e fascisti sempre più pressanti a verificare ogni contatto ogni azione, tant’è che ben presto il monaco cappellano militare e l’ufficiale salernitano finirono tra i sospettati di occultare le origini ebraiche di profughi e sbandati. Il monaco, più scaltro, prima che il cerchio nazista si stringesse su di lui, grazie a una provvidenziale licenza rientrò a Parma con il treno. Mentre per il valoroso l’ufficiale salernitano, il suo comando dispose un rientro, punitivo in patria, comandandolo con truppe schierate nelle campagne nei dintorni di Roma. Il seguito è storia documentata: Max dopo l’armistizio combatté nella difesa di Roma a porta San Paolo fu fatto prigioniero e fu caricato su una tradotta con destinazione Germania. Egli riuscì a fuggire dal treno per far rientro a Parma dove viveva con moglie e figlio. A Parma naturalmente riprese i contatti con Don Paolino Beltrami, elemento che rappresentava una doppia maglia di congiunzione: di matrice cattolica tra il Cardinale Schuster e la sede del Papa di Roma, e pure, negli anni 1944- 1945 fu anello di congiunzione tra il CNL del nord e le organizzazioni segrete delle truppe alleate in risalita della penisola. Prova ne fu che Don Paolino fu decorato di medaglia d’argento V.M. con decreto luogotenenziale del principe Umberto, già prima della liberazione di Parma. Dopo la liberazione il 21 dicembre 1945, quando erano passati solo pochi mesi dalla tragica morte di Max, avvenuta il 29 aprile 1945 sulla strada che dal Brennero portava a Parma, quando nel Monastero benedettino di San Giovanni Evangelista di Parma furono i monaci Don Tarciso e Don Paolino, in altre parole i due fratelli Filippo e Cesare Beltrami Quattrocchi, a fondare il Riparto Scout ASCI PARMA 5 proponendo l’intitolazione al martire partigiano Maggiore Max Casaburi. Fu il primo e forse più efficace riconoscimento umano dell’ufficiale salernitano. Il loro gesto non fu solo un atto formale di comune appartenenza di fede, di vicinanza familiare, territoriale o di comune lotta per la libertà, perché oltre all’intitolazione i due monaci tratteggiarono il ricordo di Max Casaburi con queste parole: «Generoso e ottimista per natura, seppe cogliere nella vita la gioia dell’amore e del servire, ricco di una sua fede semplice e lineare, scevra da ogni ostentazione e retorica. Fu sempre dalla parte del più debole, lucido e sereno nella responsabile consapevolezza del rischio che ne seguiva: in Croazia come in Italia, nella buona e nella cattiva sorte, anche sopra il suo altissimo amor di patria. Si prodigò senza riserve in aiuto delle popolazioni serbe sopraffatte e oppresse dagli “Ustascia” di Pavelic, degli ebrei braccati e perseguitati dalle “SS”, dei patrioti in pericolo, dei compagni di prigionia. Pagò sempre di persona, a livello di carriera e di portafoglio, a prezzo della sua libertà. E quando, finalmente, la libertà arrise alla Patria, e dischiuse anche per lui le sbarre del suo lager, ebbe appena il tempo di sorriderle, e pagò con la vita il suo ultimo e generoso servizio ai fratelli». Una testimonianza sintetica che resta anche il primo riconoscimento pubblico per le gesta di umanità del Salernitano soprattutto espresse a vantaggio degli ebrei. Quando essi scrissero la giornata della memoria, era lungi dall’essere proclamata.
Giuseppe MdL Nappo Gruppo scuola MdL SA





