Salvatore Memoli
Vederlo oggi circondato da numerosi amici, leggere il report delle numerose attività di successo in giro per il mondo, seguirlo tra numerose tele di artisti mondiali da perfetto anfitrione che, nella cornice fiorentina delle arti, promuove tele piene di policromia per spingerle al successo di una comunicazione di cui è esperto conoscitore, mi riempie il cuore di orgoglio. É Giacomo Pirozzi un degno figlio di Salerno, un valente fotografo che da ragazzo cresciuto in fretta e bene, proiettato alla fotografia, ha reso vive le testimonianze e le denunce di un mondo che spesso si nasconde.
Bravo da sempre, di una bravura intessuta di umanità e di tanta animazione in azione cattolica, ha camminato su e giù per il mondo, cercando volti espressivi soprattutto di bambini che hanno parlato più di tanti libri e tanta sociologia di maniera. Lo rivedo, anzi lo accompagno, con il cuore gonfio di tristezza per la separazione ma con la fierezza di saperlo interessato agli studi di Sociologia all’ Università di Urbino. Come un fratello maggiore mi rendo prima conto di dove è capitato, i luoghi universitari, l’alloggio in un piccolo e luminoso appartamento dato dall’Università; per qualche giorno mangiamo alla mensa e giriamo per la città scoprendo tanta arte e tanta vita che Giacomo catturerà e farà sua nel tempo, costruendo amicizie importanti e relazioni che lo proiettano in tanti posti del mondo. Certo di aver osservato tutte le prescrizioni dei suoi genitori, soprattutto della premurosa mamma, lo lascio con serenità dopo avergli presentato qualche amico ritrovato in quel mondo universitario. Nel tempo, lo vedo partire coraggioso e con poche certezze, una sola lettera di patronage, per New York dove il grande mondo dell’Unicef offre opportunità a giovani promettenti. L’Unicef è stato il suo mondo del lavoro, l’Africa la sua dimensione che riscopre le sue potenzialità eclettiche. Nessun lavoro ha mai tanto divertito chi come lui si è tuffato nelle numerose missioni affidate, in giro per il Mondo. Ha imparato lingue e linguaggi, si é mosso ovunque con naturalezza, nessuna cosa ha mai limitato il suo vivere e le sue convinzioni, si è sempre fatto contaminare dai rapporti umani e come per magia ha rilasciato fluidi di vita che si possono leggere in mille performances di bambini incontrati dappertutto. Parlano di Giacomo Pirozzi le sue fotografie, le sue mostre, le presentazioni autorevoli di esperti, le recensioni, che gli hanno procurato il piacere di crescere culturalmente, intellettualmente, umanamente nel cuore della famiglia Unicef, ampliando ed attuando sempre di più il suo titolo accademico di sociologo. Un uomo aperto, curioso, intelligente, mai permaloso, ha tutti i numeri per crescere e per essere ciò che è diventato un guru moderno di arte fotografica, di pittura, di letteratura, di giornalismo, puntando con assoluta naturalezza e con levità ad essere un punto di riferimento mondiale di amici, di istituzioni, di relazioni improntate alle cose belle e vere. Dopo le varie residenze nel mondo, citarle potrebbe essere riduttivo, arriva Vinci, in Toscana. La sua magione piena di luce, colori, allegria e tanti amici, ospiti che girano a proprio agio per casa, é diventata la regia delle sue nuove attività artistiche ed imprenditoriali che s’intrecciano con gli impegni di gestione della sua casa d’arte, Tobia Gallery, dove ogni vernissage parla del mondo, disegna nuove prospettive e coinvolge tutti i fili che ha legato a sé da ogni dove, per tessere la tela del suo essere di oggi: un uomo pieno di sorriso che mette a proprio agio tutti, un semplice che sprigiona cultura vera, un comunicatore, un provocatore che si fa provocare e che scrive pagine di cultura viva.
Non poteva che essere a Firenze il crocevia del suo oggi artistico, la sua casa d’arte, una Galleria accorsata che riceve contributi d’arte e visitatori interessati fino a diventare già un nome consolidato. La Galleria Tobian è l’idea più importante di una realtà artistica che Giacomo ha frequentato, conosce, coraggiosamente sostiene, da quell’area italiana e fiorentina che respira arte e che si chiama Firenze. Un’idea che lo impegnerà per molto tempo, che moltiplicherà i suoi legami con il mondo e farà crescere di più le sue conoscenze, affinando quell’intuito personale che ha versato per molti anni nella fotografia.
Non ci sono parole che possano meglio presentare Giacomo Pirozzi di quelle emozioni espresse dalla sua amica attrice Mia Farrow, con la quale ha viaggiato in vari paesi. Lei scrive di Giacomo: “Per me, non sono solo la professionalità, la sua precisione, il gusto e la capacità di catturare quei veloci incontri, che lo distinguono. Piuttosto, è il suo dono per la complicità che riesce ad avere con le persone davanti al suo obiettivo, il rapporto immediato e complesso che riesce a stabilire con loro. In quei momenti, vi è una magia indefinibile: una sintonia, una trasformazione. Le immagini contenute in “Celebrating Life” condividono questa alchimia con tutti noi, ci permettono di vedere letteralmente che comporta l’adempimento o la negazione dei diritti umani.”
Salerno può essere fiera di questo suo brillante figlio che la ama assai: Giacomo Pirozzi.





