di Andrea Pellegrino
La visita è quella più gradita. Alla porta della nostra redazione bussa Gaspare Russo. Un saluto al direttore e poi inesorabilmente il discorso scivola sulle vicende politiche dei nostri giorni. «Parlo da cittadino in pensione», dice lui. «Cittadino autorevole», aggiungiamo noi. Già sindaco di Salerno, è stato il primo presidente della Regione Campana salernitano. Il secondo è Vincenzo De Luca verso il quale dice: «La sua gestione è eccessivamente salernitana. E’ un presidente troppo salernitano».
Onorevole Russo ha visto quanti candidati ci sono a Salerno?
«Una pletore di candidati ma vedo un vuoto assoluto, al di là dei partiti che non esistono. Vedo candidati che vogliono conquistare un posto in Consiglio comunale, altri che davvero credono di voler fare il sindaco. Ma a tutti loro chiedo: il programma quale è? Al momento non ho sentito nessuna proposta mentre i problemi sono tutti sul tappeto. Vogliamo fare un esempio?» Prego… «Il porto di Salerno. Parliamo dell’accorpamento o meno con Napoli nel mentre ci sono problemi che sono molto più complessi, come la viabilità esterna allo scalo portuale e la relativa preoccupazione rispetto alla realizzazione della Porta Ovest. Io non so se sarà completata e che tempi ci vorranno, so solo che quella montagna è stata troppo “violentata” nel corso del tempo».
Mancano alternative vere anche all’attuale governo cittadino, in pratica?
«Ed è venuta meno anche la speranza. Al di là delle simpatie o delle distanze reputo che sia un danno l’assenza del Movimento 5 Stelle. Rappresentava a mio avviso una vera e propria speranza ed invece sono caduti in una sorta di palude. Io mi sento di consigliare ai movimenti e ai comitati che in una città come Salerno l’azione politica non si può ridurre a semplici negazioni ma per governare occorre andare oltre».
Un giudizio sull’attuale sindaco Enzo Napoli?
«E’ sicuramente un professionista di livello che ha partecipato come vecchio esponente del Psi, in una posizione non marginale, alla gestione politica degli anni 80, prima di assumere le funzioni di capostaff del sindaco De Luca nell’ultimo ventennio. Detto ciò, penso che i problemi li conosca tutti, almeno dall’80 ad oggi, ed è per questo che mi attendo che ben presto ci dica quale è la sua visione. Cosa vorrà fare, cosa propone. Saperlo, può essere utile anche come stimolo verso gli altri candidati sindaco».
Un giudizio sul Crescent?
«La mia posizione è nota. Il Crescent – tra l’altro è una parola (per me brutta) che in Inghilterra nel ‘600 rappresentava una forma di edilizia popolare – a mio avviso farà la fine del Fuenti»
Le Fonderie Pisano, invece?
«E’ una battaglia giusta quella che stanno conducendo. Vanno delocalizzate e la politica deve risolvere il problema. Non è facile, nessuno vuole questo tipo di impianto ma occorre fare uno sforzo comune ed individuare la soluzione. Le chiacchiere costruiscono solo carriere politiche ma non risolvono il problema».
Infine un parere sulla Camera di Commercio…
«Dal dopoguerra c’era un motore che pensava ed organizzava tutte le iniziative per uscire dalla difficoltà della guerra. Questo motore vedeva in campo Camera di commercio, Provincia e Comune capoluogo. I rapporti tra enti non erano facili, tuttavia si produceva e si andava avanti, cosa che non avviene oggi, per una Provincia che esiste e non esiste e una Camera di commercio che soffre della crisi. Penso che Andrea Prete sia stata la scelta migliore, solo che non riesce a gestire al meglio. In generale, senza scendere nei dettagli, credo che la riforma della Camera di commercio sia stata fallimentare per Salerno e le ragioni sono sotto gli occhi di tutti. La vicenda per tutte: l’aeroporto».