Andrea Pellegrino
Gare truccate e voto di scambio, nel terremoto giudiziario che ha il Comune di Santa Maria Capua Vetere, spunta anche il consorzio salernitano “La Rada”. Insieme all’ex sindaco Biagio Di Muro sono finiti in manette anche Biagio Napolano e Giuseppe Cavaliere, rispettivamente componente e direttore del consorzio “La Rada”. Al centro dell’inchiesta che coinvolge la struttura salernitana (affidataria anche di diversi servizi da parte del Comune di Salerno) c’è il progetto Babysitting e Ludobus finanziato dalla Regione Campania di 96 mila euro. Sui due pende l’accusa di concorso e di peculato. Secondo la ricostruzione della Procura, i due, insieme a Roberto Pirro, coordinatore dell’ufficio di piano dell’ambito territoriale C5, «si appropriavano in parte delle somme disponibili sul fondo unico, destinate a finanziare il pro- getto di “Babysitting e Ludobus”». Servizio “Ludobus” – secondo l’or- dinanza del Gip – «di fatto non svolto». Ancora si legge: «Il Napolano è il Presidente della Cooperativa Attivarci, che fa parte del Consorzio “La Rada”, il cui direttore è il Cavaliere. Costoro hanno mostrato una notevole abilità nel- l’intrecciare rapporti (collusivi) con la politica e con la gestione tecnico-amministrativa nel terzo settore, dimostrando particolare spregiudicatezza nel porsi a disposizione della politica che li avvantaggia». In totale sono sette misure di ordinanza cautelare, di cui 2 in carcere e 5 ai domiciliari, con 28 indagati a piede libero, per associazione per delinquere finalizzata alla abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, peculato, falso in atto pubblico, in materia elettorale, in materia di illecito trattamento dei dati personali e truffa ai danni di un ente pubblico. Tutto ha avuto origine dalla denuncia ai carabinieri da parte di una donna che raccontava di aver scoperto di risultare assunta in una cooperativa per assistere un anziano ma che, di fatto, non ne sapeva nulla. La donna dopo qualche giorno ricevette una telefonata da una per- sona che, riferendosi ala denuncia, le disse “Ma cosa hai fatto? Noi ti abbiamo cercata ma non eri reperibile”. Cosa negata dalla donna che non si era mai mossa dalla sua abitazione. Il ruolo centrale svolto dalla segreteria del sindaco Biagio Di Muro – arrestato nell’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere su una presunta gestione privatistica dei servizi sociali dell’Ambito C8, e un sospetto di scambio di favori in cambio di acquisizione di consenso elettorale che si svolgeva attorno all’Ufficio di Piano – emergono anche dalle numerose intercettazioni a corredo della misura cautelare a firma del gip Alessandra Grammatica. Molte le telefonate partite dalla segreteria di Di Muro verso le persone che ruotavano intorno alle cooperative favorite nell’aggiudicazione delle gare per invitarli alla partecipazione a manifestazioni elettorali con esponenti del Pd in quel periodo candidati alle elezioni regionali, non indagati. “Preme evidenziare come tutti i soggetti contattati – scrive il gip – gravitavano, a vario titolo, intorno all’Ufficio di Piano dell’Ambito, e che erano stati lì sistemati per volontà di Di Muro, specie a una iniziativa di particolare importanza per l’allora sindaco Di Muro, in quanto costituiva un’occasione per dimostrare la sua forza politico- elettorale, anche in considerazione della prevista partecipazione dell’allora candidato presidente della Regione, Vincenzo De Luca”. Tra gli indagati anche la parlamentare del Pd Camilla Sgambato, che risiede proprio a Santa Maria Capua Vetere. Alla Sgambato è contestata una “raccomandazione” a favore di un componente dell’ufficio di piano dell’Ambito C8, per una persona, per uno dei due posti messi a concorso per l’area professionale: “Referente per la progettazione, la comunicazione, il monitoraggio, la valutazione e il sistema informativo”. Nella stessa indagine, com- pare anche l’ex sindaco di Parete, in provincia di Caserta, ed ex segretario provinciale del Pd, Raffaele Vitale.