Pina Ferro
L’azienda universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona” di Salerno si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario a carico dei dipendenti che saranno rinviati a giudizio per le violazioni alla Legge Brunetta e per truffa ai danni dello Stato. A renderlo noto è stata la stessa Azienda Universitaria di via San Leonardo a pochi giorni di distanza dall’udienza preliminare dinanzi al gip dei primi 49 dipendenti a cui è stato notificato l’avviso di conclusione indagini da parte del Pm Francesco Rotondi. Questi compariranno dinanzi al Gup (giudice per le udienze preliminari) Pietro Indinnimeo il prossimo 27 gennaio. Sarà in quella sede che, relativamente a questa tranchè di dipendenti, il Ruggi, attraverso il legale Cecchino Cacciatore si costituirà parte civile. Il 27 gennaio i dipendenti del Ruggi dovranno difendersi dalle accuse che sono state loro contestate e successivamente il Gup deciderà per i rinvii a giudizio. Stessa cosa accadrà il 22 febbraio prossimo quando dinanzi sempre al Gup Indinnimeo compariranno altri 68 dipendenti finiti nel mirino degli uomini della Guardia di Finanza che condotto l’inchiesta sugli assenteisti e furbetti del cartellino. Oltre al personale infermieristico, il 22 vi saranno anche diversi medici. Ovviamente anche in tale occasione l’azienda ospedaliera sarà parte civile. Le accuse vanno dalla truffa allo Stato (per avere incassato quote di stipendio per ore in realtà non lavorate) alla violazione della legge Brunetta sul pubblico impiego, per avere aggirato le regole della timbratura marcatempo. Secondo gli inquirenti esisteva un sistema collaudato per il quale una parte del personale si scambiava il badge, con il risultato che alcuni timbravano per altri, i quali risultavano presenti anche quando non erano ancora entrati in ospedale oppure ne erano usciti in anticipo sull’orario di lavoro. Il numero degli episodi, e il lasso di tempo dell’assenza ingiustificata, ha determinato la gradazione di gravità delle condotte contestate dalla Procura. In alcuni casi (in particolare nei tredici per i quali è già stato disposto il rinvio a giudizio) le assenze risultano prolungate e talora documentate dalle riprese della Guardia di Finanza. In altri casi si tratta di ritardi, che secondo gli accusati sarebbero imputabili alle difficoltà nel trovare parcheggio o alla necessità di prendere subito servizio senza passare per il marcatempo. Sarà questa tesi difensiva che molti dei coinvolti porteranno al giudice dell’udienza preliminare, chiamato a valutare se esistono, almeno per alcuni degli imputati, gli estremi per disporre il non luogo a procedere. Non è escluso, inoltre, che una parte dei coinvolti chieda di essere giudicato con il rito abbreviato, che chiude il processo allo stato degli atti e consente in caso di condanna uno sconto sulla pena. Infine il 23 febbraio, è fissato l’inizio del processo per i 13 che sono stati rinviati a giudizio lo scorso ottobre. Ma non è ancora finita, perché un’ulteriore richiesta di rinvio a giudizio potrebbe presto arrivare per altre ottanta persone, a cui è stato notificato nei mesi scorsi l’avviso di conclusione delle indagini.