Erika Noschese
Le fonderie Pisano restano aperte e continueranno nella loro attività. Il Consiglio di Stato (quarta sezione), nella giornata di ieri, ha respinto il ricorso presentato dal comitato “Salute e Vita” attraverso il quale chiedevano la riforma del provvedimento con cui il Tar di Salerno aveva deciso di tenere aperte le Fonderie Pisano, pur avendo respinto il ricorso i giudici ma hanno riconosciuto in parte alcune delle argomentazioni presentate dagli avvocati Sandro Amorosino, Francesco Lanocita e Simona Corradino.Nel dettaglio, i giudici amministrativi di secondo grado hanno stabilito che l’agenzia regionale per l’ambiente l’Arpac, pur avendo riscontrato diverse criticità nell’assetto produttivo dell’opificio di Fratte ha individuato puntuali e specifiche misure, evidenziando la possibilità di un contemperamento tra le ragioni della produzione e quelle della tutela dell’ambiente e della salute: la Regione non consentendo alle Fonderie Pisano di partecipare al procedimento per la revoca dell’autorizzazione integrata ambientale, avrebbe potenzialmente sacrificato la ponderazione in ordine alla possibilità di arrivare a soluzioni meno gravose della revoca dell’autorizzazione. Alternative che avrebbero potuto salvaguardare l’interesse del privato. Ma il Consiglio di Stato, stabilendo che la Regione Campania deve coinvolgere i Pisano nella procedura della revoca dell’autorizzazione, conferma pure che il provvedimento deve muovere dalla dimostrata inconciliabilità del mantenimento a Fratte dell’attività produttiva con le ragione di tutela dell’ambiente. Pur essendo stato respinto l’appello presentato, i giudici hanno invitato la Regione Campania ad instaurare una nuova procedura per la revoca dell’autorizzazione ambientale coinvolgendo la proprietà delle fonderie, ovvero i Pisano, ponderando la compatibilità dell’opificio con l’ambiente circostante e con la salute della popolazione. Infine, il Consiglio di Stato auspica l’utilizzo di prescrizioni, dotazioni e presidi antinquinamento. «La decisione del Consiglio di Stato conferma le nostre buone ragioni e l’infondatezza delle denigratorie informazioni veicolate a più riprese agli organi di stampa. Come pure intendiamo riconfermare piena disponibilità e spirito di collaborazione verso l’intera filiera istituzionale con il solo obiettivo di addivenire alla realizzazione degli interventi ritenuti necessari per migliorare ulteriormente le condizioni di operatività dell’impianto in via dei Greci, mettendo in campo i necessari investimenti» Si legge in una nota diffusa ieri a firma del presidente delle Fonderie Pisano, Guido Pisano. «Anche il Consiglio di Stato, come già il Tar e il giudice penale, ha apprezzato già in sede cautelare la bontà delle ragioni della Fonderie Pisano, l’assenza di contestazioni da parte della Regione circa la violazione delle prescrizioni dell’Aia e l’assenza di ogni dimostrazione di pericoli per l’ambiente e la salute – commenta Enrico Follieri che insieme all’avvocato Lorenzo Lentini difendevano gli interessi dell’opificio – È l’ora che l’improvvida urbanizzazione dell’area circostante la fonderia non pesi più sulla prosecuzione dell’attività, per la salvaguardia del valore storico che essa rappresenta, per i suoi lavoratori e tutto il territorio». «Noi andiamo avanti. ha replicato Lorenzo Forte del Comitato Salute e Vita – Ci aspettavamo quello che è stato deciso dal Consiglio di Stato. Ma apprezziamo comunque le motivazioni messe in essere nella sentenza in quanto hanno una logica e una fondatezza. Infatti dal Consiglio di stato danno una strada chiara alla Regione Campania da seguire su come fare determinati atti».