Fonderie Pisano a Buccino, la Regione dice no - Le Cronache Ultimora

di Erika Noschese

Alla fine, la X è arrivata. Arriva dall’Ufficio Speciale Valutazioni Ambientali della Regione Campania il segnale definitivo che sancisce l’impossibilità, per le Fonderie Pisano, di trasferirsi presso un lotto del Comune di Buccino, ricadente in area Asi di Salerno e, in aggiunta, in area Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni. I FATTI. La querelle riguardante il progetto delle nuove Fonderie nell’area “industriale” di Buccino non si è mai arrestata. Le paure del territorio, dei rappresentanti delle istituzioni e dei cittadini sulle ricadute negative di un eventuale trasferimento delle attività presso una sede di nuova costruzione hanno trovato, nel tempo, numerosi riscontri che hanno accentuato ulteriormente la volontà politica di non dare luogo a procedere. Risale, infatti, al 7 gennaio scorso la nota dell’Ufficio speciale valutazioni ambientali in cui la Regione Campania aveva comunicato il preavviso di archiviazione dell’istanza per il rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale, necessario per la realizzazione del progetto nell’area industriale ex Metalli e Derivati, di Buccino per l’appunto. Alla nota della Regione Campania, dopo dieci giorni (quindi venerdì scorso, 17 gennaio) la società Fonderie Pisano & C. Spa aveva risposto, presentando controdeduzioni che, stando a quanto si rileva dall’istanza di archiviazione definitiva, avrebbero consentito agli uffici regionali di visualizzare la proposta di – si legge – “un progetto revisionato, sostenendo che in tal modo cadono i motivi ostativi al rilascio del provvedimento di Via e del Paur”. Ne viene fuori una documentazione più lunga nella lista dei destinatari che nell’istanza stessa, in cui si contestano dati inequivocabili di cui sorprendentemente le parti in causa non erano a conoscenza: le modifiche progettuali presentate dalle Fonderie Pisano non sono ammissibili perché – si legge – “nella fase del procedimento in cui l’istanza presentata dalla S.V. […] viene a trovarsi non prevede la facoltà in capo al soggetto proponente di presentare modifiche progettuali”. Essendo, dunque, già stato pubblicato il progetto presentato dalla società proponente, acquisito al protocollo regionale il 30 luglio scorso, secondo le prescrizioni impartite dalla norma “sono state già acquisite richieste di perfezionamento documentale”. A ciò si aggiunge il fatto, ancor più “grave”, che ha portato le controdeduzioni a non essere state neanche visionate dall’ufficio competente: le documentazioni presentate dalle Fonderie venerdì scorso, 17 gennaio, sono state presentate a mezzo Pec e risultano, pertanto, inammissibili in quanto “per motivi di sicurezza informatica, lo scrivente Ufficio non è abilitato a scaricare file da link esterni all’amministrazione e, per tale motivo, sono messi a disposizione del pubblico specifiche modalità di inoltro dei file (CD o, in alternativa, apposita piattaforma accessibile attraverso identità digitale)”. Insomma, la Pec è risultata ostativa nei confronti delle Fonderie circa le controdeduzioni presentate per evitare che l’istanza fosse definitivamente archiviata. Inoltre, dall’Ufficio speciale valutazioni ambientali fanno sapere che la ditta Fonderie Pisano & C. Spa “se ritiene, potrà presentare una nuova istanza […] secondo le modalità di cui […] e le relative specifiche tecniche fornite dallo scrivente Ufficio”, specificando inoltre che la nuova istanza dovrà essere presentata tramite CD o tramite il servizio digitale accessibile con Spid, esattamente come precisato prima. Aria pesante? Non conta. Querelle che perdura da anni? Non importa. Le Fonderie continueranno a proporre progetti che faticheranno, e non poco, a superare gli step burocratici previsti per il rilascio del Via e del Paur, mentre il territorio direttamente coinvolto nelle nuove istanze continuerà ad esporsi per la battaglia del “no alle Fonderie”. L’aria più pesante, calendario alla mano, non sembra affatto essere quella delle Fonderie ma quella delle prossime Regionali: tenersi stretti i residenti di una porzione sensibile di territorio provinciale, che votano e respirano aria sicuramente più pulita rispetto ai residenti di Fratte e limitrofi, sarà senza dubbio una buona Valutazione d’impatto ambientale. Di ambiente politico, ma poco cambia.