di Brigida Vicinanza
Non si conoscono le associazioni che occupano i locali pubblici di proprietà del Comune di Salerno, così come dell’elenco sugli immobili sempre di proprietà di Palazzo di Città. A evidenziarlo, “svelando” la situazione di incertezza e inconsapevolezza è stato Antonio Amato, responsabile dell’ufficio Patrimonio che in Commissione Trasparenza, ha potuto soltanto dimostrare di possedere un elenco del 2016 di associazioni che occupano i locali del Comune e un ulteriore elenco dei “morosi” del 2015. Dell’elenco sui fitti di immobili nel pieno centro cittadino, da circa un anno nessuna traccia, dopo l’inchiesta “Affittopoli” riportata su queste colonne. C’era un elenco che riportava, infatti, gli immobili e chi li occupava, ma ora a quanto pare nessuno ne ricorda. A via Dei Carrari, ad esempio, il Comune di Salerno ha fittato un immobile di ben 1022 metri quadri a 2.600 euro all’anno. In dodicesimi la somma di 220 euro al mese pagata da un’attiva produttiva. Si tratta, secondo l’elenco, dell’azienda dei fratelli Avino. Va relativamente “peggio” il supermarket Caramico di via De Crescenzo. Qui il Comune di Salerno ha affittato all’azienda oltre 4000 metri quadri a 16.800 euro l’anno. Ed in questo fortunato elenco non manca una attenzione particolare anche per le chiese che hanno in fitto alcuni locali comunali. Si tratta, in particolare della parrocchia di Santa Maria della Porta in via Sichelgaita che paga per un locale comunale, ben 12 euro all’anno. Un euro al mese. Stessa cifra per un suolo affittato in via Premuda alla parrocchia Santa Maria del Rosario. Cifra più bassa – 6,20 euro all’anno – per un locale in via Raffaele Guariglia locato alla parrocchia Gesù Redentore. Stesso prezzo accordato anche alla parrocchia Santa Margherita per un locale in via D’Allora. Ma non finisce qui. Sul lungomare Tafuri è stata concessa un’area di 355 metri quadrati ad uno stabilimento balneare. L’affittuario, sempre secondo l’elenco, è l’AlfaMar sas che in quella zona gestisce un lido. Ancora appartamenti prestigiosi nel centro storico. Tre, in particolare, a Largo Conservatorio, una delle traverse di via dei Mercanti. Tre alloggi, di cui due pagati annualmente 60 euro. L’altro, invece, mille e 700 euro l’anno. Ma c’è anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri tra gli affittuari del Comune di Salerno. Ha un immobile – apparentemente chiuso – di 100 metri quadri in via Roma 226. In pratica al centro della città, nei pressi dei palazzi del governo cittadino e provinciale. Paga all’anno 6mila e 300 euro. In dodicesimi 500 euro circa al mese. Ma la lista degli affittuari a basso costo è lunghissima. Su 856 immobili, tra case Erp, locali e depositi, c’è chi davvero arriva a pagare quasi nulla. E’ il caso degli immobili di via dei Barbuti: case e depositi che oscillano dai 68 ai 44 euro all’anno. C’è perfino una palestra in via Fornelle che conta un locale di 135 metri quadrati. Il fitto ammonta a 1739 euro l’anno. Tra gli immobili più costosi c’è sicuramente quello affittato all’edicola e tabacchi dei portici comunali: 22 metri quadrati per 10 mila euro l’anno. Mix di alloggi e depositi in via Portacatena. Tutti rigorosamente affittati a prezzi stracciati. Si arriva al massimo a 123 euro l’anno. Prestigiosi ed appetibili immobili anche in largo Abate Conforti. C’è un deposito a pochi passi dall’Archivio di Stato di 27 metri quadri. E ci sono, poi, due alloggi nel palazzo in cui «Alfonso Gatto – si legge sulla targa – visse la pensosa giovinezza e si rilevò poeta nel quotidiano contatto con gli umili». I fitti ammontano a 1300 e 1400 euro l’anno. Quattordici sono invece gli immobili comunali in via Degli Amalfitani. Anche in questo caso siamo nel pieno del centro storico a pochi passi dal Duomo di San Matteo. In pratica in una zona “in” della città di Salerno. I fitti al massimo raggiungono i 3mila e 600 euro l’anno per un alloggio di 80 metri quadri. Dunque, in dodicesimi 300 euro al mese. Ma c’è chi paga, sempre nello stesso immobile anche 154 euro all’anno per una casa da 76 metri quadrati. In via Esposito, sempre nel centro storico, c’è un immobile destinato – naturalmente a costo zero – ai servizi sociali comunali. Nello stesso fabbricato ci sono altre tre case affittate a 321 euro; 575 euro e 418 euro annui. Insomma, di tutto questo a Palazzo di Città, nessuno conosce nulla e tutto tace. A distanza di un anno, sui locali pubblici del Comune di Salerno si apre un altro scenario, quello delle “associazioni” ma senza nessun aggiornamento e senza che nessuno abbia contezza di ciò che realmente esiste ancora, di chi paga realmente i canoni di locazioni e di, a questo punto, dovrebbe occuparsi della questione. Intanto nulla di fatto ieri in Commissione Trasparenza, dove doveva essere presente Rosario Caliulo responsabile delle politiche sociali. Caliulo, convocato dal presidente Cammarota infatti, dovrà ora rispondere sui “soggetti” che occupano i locali. Ma pare che ancora non abbia confermato la sua presenza in Commissione. Tra i consiglieri c’è chi è a lavoro per saperne di più, tra maggioranza e opposizione, sono dunque tutti impegnati a scoprire “le carte”. Ma di carte, effettivamente, nemmeno l’ombra.