Fico s’ammoscia, De Luca ottimista - Le Cronache Ultimora
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Fico s’ammoscia, De Luca ottimista

Fico s’ammoscia, De Luca ottimista

Antonio Manzo

Varrà la pena attendere sabato prossimo per capire il giudizio di Vincenzo De Luca sui risultati delle elezioni regionali in Calabria. Cosa ne pensa De Luca dell’esproprio del campo largo fatto dai proprietari calabresi del centro destra e dell’armocromista Elly Schelin che rivedrà al Var le azioni di gioco vincenti con il frutto rosso di ‘nduja e peperoncino. Vincenzo De Luca parlerà al Festival dell’Ottimismo a Firenze, geniale intuizione annuale del direttore del giornale Il Foglio, Claudio Cerasa. Non è solo un gesto di cortesia di Cerasa per chi ha fondato il Foglio, quel Giuliano Ferrara che considera Vincenzo De Luca unico soggetto politico in circolazione con un nerboruto pensiero di sinistra e che parla su tutto e di tutti, almeno nel suo porsi, con la sua versione scorretta, scorrettamente, ispirata a ciò che può sembrare mero buon senso. A Firenze, Vincenzo De Luca ci sarà anche per l’edizione 2025 della Festa dell’Ottimismo dove parteciperà un panel di tutto rispetto con Giuliano Amato, i ministri Bernini , Crosetto, Piantedosi, Taiani, Pichetto Frattin, Lollobrigida, Margherita Cassano (già prima Presidente della Corte di Cassazione) Massimo D’Alema , Raffaele Fitto Paolo Gentiloni, Gianni “Gipi” Pacinotti (Fumettista) Remo Pannain (Avvocato e mago, inventore di Supermagic) Fabio Pinelli (Vicepresidente Consiglio superiore della magistratura)Saverio Raimondo (Comico) e Matteo Renzi. Bisogna illlustrare dettagliatamente la notizia che De Luca considererebbe solo piaggeria diplomatica. Ma è solo per evitare che qualcuno potrebbe confondere la Festa dell’Ottimismo edizione 2025 come una Leopolda Halloween edition, almeno per la concomitanza temporale e le numerose maschere in giro per la città post renziana. Invece, nel palazzo dei Cinquecento comparirà l’elite italiana con il pensiero politico evidente, più che con il trucco cerimonioso da esibire. Facendo salvi tutti gli illustri partecipanti, a Vincenzo De Luca basterebbe avere a fianco Remo Pannain, uno dei più grandi prestigiatori italiani, inventore di Supermagic nonché avvocato di grido e nipote omonimo del grande penalista Remo Pannain, Gianni Alfonso Pacinotti detto Gipi, fumettista, Saverio Raimondo comico che non si prende troppo sul serio ma fa ridere per descrivere la realtà politica campana, e non solo, in questi mesi di campagna elettorale. Piero De Luca avverte da segretario regionale Pd neo eletto. “La vittoria non è scontata” per il centro sinistra di Roberto Fico mentre va verso la candidatura a presidente del centro destra Edmondo Cirielli che, dice al Foglio, che vuole perdere bene in Campania e reclamare un ruolo di primo piano a Roma. E, in tutto questo, Fico che fa e, soprattutto che dice? “Mica possiamo ereditare il sistema De Luca per liberare tutte le energie positive della Campania?” Sa bene Vincenzo De Luca che il vento maestrale che arriva dalla costa tirrenica calabra, nonostante le belle giornate di sole, può diventare improvvisamente libeccio Questo vento soffia solitamente dopo lo scirocco. La gente di mare lo teme perché può manifestarsi all’improvviso e raggiungere l’intensità del vento di tempesta. Così come potrebbe essere per Roberto Fico nella regata con Edmondo Cirielli. Inutile fare previsioni politologiche sulle elezioni regionali campane, questo traguardo politico distante quaranta giorni e passa dopo aver dovuto asistere a un’estate politicamente litigiosa e logorroica , delle logiche di apparato e di classe dirigente governativa, delle alleanze forzate. E con De Luca all’opposizione di un sistema da “politica politicante” come ama definirlo dove, secondo lui, bisogna dire prima cosa fare nel governo della Regione e poi chiedere i voti. O mellio, illistrare quel che di buono ha fatto nei suoi dieci anni di governo. Ben sapendo che tra lacrime e sangue ha invertito il giudizio sulla Campania elemosiniera di danaro pubblico e non pronta a cogliere il futuro rivendicando i suoi diritti. Come nella sanità, con la previsione di nuovi ospedali, o nella novità di cambiamento urbanistico di aree degradate. Perché, la Calabria insegna, quando si va a votare per un’amministrazione, in particolare quella di una regione con enormi problemi, le persone vogliono ragionare sugli atti concreti, sui programmi, sulle cose da fare. E’ già difficile farle ragionare in un’ottica nazionale, figurarsi in un’ottica internazionale e globale. Ecco perchè Vincenzo De Luca va alla Festa dell’Ottimismo. Intende dimostrare che essere ottimisti non significa osservare il presente e il futuro con lo sguardo disincantato di chi vuole vedere solo le notizie positive, ma bisogna provare ad affrontare le sfide del presente e del futuro senza cercare capri espiatori ma cercando soluzioni possibili e fattibili. Il campo largo ancora non fornito un progetto politico unico e su una leadership riconosciuta. Il problema di fondo è nelle Marche, in Calabria è stata vissuta come un’alleanza “contro”, un cartello elettorale, e non come una proposta politica alternativa di governo con un progetto unitario, parole d’ordine riconoscibili e una leadership affermate. Tutto questo avviene come in Calabria è avvenuto con Forza Italia che si sta rafforzando e imponendo come secondo pilastro della coalizione. Che questo determini problemi nel centrodestra è una possibilità – Forza Italia ha già cercato di differenziarsi e ha aperto un conflitto esplicito con le parole d’ordine della Lega – ma in questi anni si è visto che nel centrodestra ogni partito vuole imporre il proprio punto di vista fino a un certo punto, e quel punto è che la legislatura deve finire, il governo deve durare 5 anni. Forza Italia interpreta l’area moderata e centrista della coalizione per essere presentabile sia a livello nazionale che internazionale ed in Campania ha accolto con visibili mal di pancia il diktat melonaio per Edmondo Cirielli. Chi le dirà queste cose politiche a Roberto Fico, mentre Clemente Mastella continua a parlarne? Fico appare stretto tra nuova volontà governativa cinquestelle e revanchismo politico elettorale con metodi di selezione per le liste con puri e duri secondo criteri dettati da ex magistrati. Tutto diverso da Mastella che al moralismo spicciolo vuole privilegiare la moralità della politica. Tutt’altra strada che quella degli “impresentabili” di Rosy Bindi che investì De Luca e lo stesso Mastella alla vigilia delle Regionali 2015.