Questa sera, alle ore 20, nella Chiesa di Santa Apollonia, il Festival di Musica da Camera, promosso dal Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” e dalla Bottega San Lazzaro, propone musiche degli ensemble di fiati
Di OLGA CHIEFFI
Oggi, alle ore 20, nono appuntamento della III edizione del Festival di Musica da Camera Sant’Apollonia. Un evento, nato dalla sinergia del Conservatorio di Musica “G.Martucci” di Salerno, con un progetto del Dipartimento di Musica d’Insieme, presieduto da Francesca Taviani, da un’idea di Anna Bellagamba con Chiara Natella e la sua Bottega San Lazzaro. La serata verrà inaugurata dall’esecuzione dell’ Ottetto Schwedischer Hochzeitsmarsch op.12 composto dal musicista svedese August Soderman nel settembre del 1918. In scena Chiara Palmieri al flauto, Chiara Martucci all’oboe, Fabrizio Fornataro e Noemi Fiorenza al clarinetto, Vincenzo Musone e Antonio Proto al corno francese, Francesco Quaranta e Cosimo Cerrone al fagotto. Una marcia nata per i matrimoni, di tendenze tardoromantiche, vicina al mondo vocale e al melodismo spinto, supportato da una costruzione armonica dai colori scuri e dai forti contrasti unitamente ad una ritmica assai mobile. Si continuerà con l’ Ottetto op.216 di Carl Reinecke, composto intorno al 1892, si ipotizza per la Socièté de Musique de Chambre pour Instruments à Vent, fondata dal flautista Paul Taffanel, del quale, però, sarà eseguito unicamente il Finale, Allegretto Molto e Grazioso. In questa pagina procede abilmente con un segno di scrittura marcato nell’espressione e indulgente in toni idilliaci e aggraziati, ove la ricchezza di sentimenti si trasforma in sentimentalismo e l’allegria, quasi in burla. Questo primo wind ensemble, chiuderà la sua performance interpretando la Sinfonietta op.48 di Ottokar Eugen Novacek, datata 1888. Un pezzo luminoso, orecchiabile, scritto dal celebre violinista, che ha legato il suo nome al Perpetuum Mobile, ma senza personalità. Un’opera realizzata con saggezza dialogica, pensata per un impegno della compagine strumentale all’insegna della leggerezza ritmica e della compattezza strumentale. I flautisti Raffaele Palazzo e Giusi Costa, Franco Ascolese e Cristian Suàrez Guerra, con Fabrizio Fornataro e Fausto Cerrone al clarinetto, Stefano Cardiello e Antonio Proto al corno e Francesco Quaranta e Cosimo Cerrone al fagotto, diretti da Antonio Fraioli, proporranno dalla Sinfonietta op.188 di Joachim Raff, composta a Wiesbaden nella primavera del 1873, l’Allegro, l’ Allegro Molto e il Vivace . Nel primo movimento, Raff impartisce una vera e propria lezione su come scrivere per strumenti a fiato, attraverso una infinita varietà di intrecci e dinamismi, per mezzo dei quali sembra giocare con i suoi due temi principali, il primo, malizioso e vivace, è quello dominante quasi sempre presente con il suo ritmo puntato, mentre il secondo è molto più raffinato, in modo da creare un raffinato contrasto. L’allegro molto è un breve movimento in 6/8 una danza in cui viene introdotta un’ idea lirica intensa, che viene continuamente sviluppata attraverso combinazioni mutevoli, sino ad una stretta di chiara estrazione mendelsshoniana. Finale vivace con il movimento più breve del lavoro, costruito da due gruppi di temi – uno staccato spumeggiante e l’altro un po’ più lirico – sino a dissolversi in un vorticoso, abbagliante finale, per questa magistrale “piccola sinfonia” di grande vitalità e brillantezza.