Il ristorante che dovrà sorgere alle spalle del Teatro Verdi, targato Feudi di San Gregorio, proprio non va giù a tantissimi cittadini salernitani che, all’indomani della seduta consiliare, si sono ribellati ad una nuova struttura da realizzare al posto di un’aiuola della villa Comunale.
Ed ora c’è la richiesta urgente che Italia Nostra e i Figli delle Chiancarelle fanno alla Soprintendenza e alla Direzione regionali per i beni culturali e paesaggistici della Campania, trasmettendo l’istanza anche all’attenzione del Ministro per i beni culturali, Lorenzo Ornaghi. Tra l’altro chi si attendeva una solida opposizione (da parte dell’opposizione appunto) durante lo scorso Consiglio Comunale alla nuova colata di cemento alle spalle del Teatro comunale (quindi storico edificio e simbolo indiscusso della città), è rimasto deluso. Due (Celano ed Adinolfi) i contrari, poi favorevoli ed astenuti. Compresa la capogruppo del Pdl Ferrazzano e l’assessore provinciale Pdl Pietro Damiano Stasi.
Certo è che Stasi fino a poco fa era organico alla maggioranza De Luca, e come in gergo si dice: “Il primo amore non si dimentica”. Infatti l’attuale assessore provinciale prima della promozione Pdl ne ha passati di partiti, quasi tutti di sinistra. Ma, voti alla mano, senza escludere neppure l’Udc che ha votato sì (così come il consigliere provinciale Pdl Giuseppe Zitarosa), altro non si può fare che affidarsi alle attive associazioni ambientalistiche e all’ormai consolidata opposizione dei Figli delle Chiancarelle. Nella nota a firma di Raffaella Di Leo (Italia Nostra) e Carla Cioffi (Figli delle Chiancarelle) si chiede tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, chiamando direttamente in causa il soprintendente Miccio che nell’ultimo periodo non è che abbia fatto tanta chiarezza sui pareri dati e non dati sulle tante opere in progettazione o in via di realizzazione in città. Ed in particolare alla Soprintendenza si chiede: “di valutare l’evidente incompatibilità delle opere da realizzare con le esigenze di conservazione della Villa Comunale e del teatro Comunale”. Quindi – scrivono Di Leo e Cioffi – di “negare l’autorizzazione”. Tra l’altro il nuovo ristorante – segnalano alla direzione regionale per i beni culturali – “mette in pericolo l’integrità dei beni culturali immobili”. Tradotto: del teatro Verdi.
Chissà se in questo caso la Soprintendenza dirà la sua. O sarà come il Crescent silenzio – assenso? O ancora salterà qualche passaggio (vincoli!) così come è avvenuto per il porticciolo di Pastena?