Festino al Museo ArcheologicoChi ha autorizzato la baldoria barbara del 10 giugno? - Le Cronache
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Festino al Museo ArcheologicoChi ha autorizzato la baldoria barbara del 10 giugno?

Festino al Museo ArcheologicoChi ha autorizzato la baldoria barbara del 10 giugno?

E’ notte fonda nel tranquillo quartiere di San Benedetto, in pieno centro storico. Ma la musica a palla arriva dal luogo più improbabile che ci sia in zona come discoteca. E’ il giardino del Museo Archeologico Provinciale, che ha tutte le luci accese. L’autore della foto che pubblichiamo scende di casa incazzatissimo per verificare l’origine della rottura di timpani che sta avvenendo. La scena che si presenta è quella che vediamo: il cancello del Museo è spalancato, un centinaio di giovani affollano l’ingresso e il patio del sacro edificio che fu fortezza longobarda e poi abbazia prima di diventare museo con la splendida architettura modernista del 1964 di Ezio De Felice. L’atmosfera della notte è di baldoria giovanile fatta di bicchieri di birra e di chiacchiere inutili, in un luogo pieno di reperti straordinari che imporrebbero al massimo solo il Sound of Silence di Simon e Garfunkel come colonna sonora di un evento comunque irrispettoso della logica e del buongusto.
Chi ha autorizzato la baldoria barbara del 10 giugno? Certamente la Provincia non ne era all’oscuro, visto che l’edificio è suo. Ma chi ha il potere, nell’amministrazione Provinciale, di disporre a piacimento di beni così preziosi senza l’osservanza di un protocollo degli usi consentiti per la conservazione del patrimonio storico? La dissacrazione del passato di questo territorio impareggiabile per memorie culturali avanza nella strafottenza e nella impunità di quei gruppi, sempre gli stessi, che spadroneggiano nell’organizzazione sul territorio di eventi, mostre, rassegne spacciate come espressioni di vivacità culturale. Ma in realtà allacciate in rapporti interpersonali tra membri dell’amministrazione comunale, giornalisti scrittori, televisioni private nel vero senso della parola, private e basta, cioè; una deriva di cui è stata pietra dello scandalo la sconcertante gestione della Fondazione Menna, patrimonio personale di auguste figure del potere cittadino. Purtroppo quel brutto esempio sta facendo scuola. Dopo le feste private nel salone della Casa del Combattente, ecco le feste private nella Casa della Storia. Ma vi rendete conto che nella folla dei giovani poteva celarsi qualche malintenzionato che poteva forzare una qualsiasi vetrina con i reperti preziosissimi, per giocare con gli oggetti o per rubarli? Una inchiesta amministrativa si impone subito, e il Presidente della Provincia deve fornire una risposta pubblica immediata. Ne va della sua attendibilità! Ha già da chiarire meglio i problemi di impatto ambientale, (per di più nell’attraversamento di un territorio archeologicamente ineguagliabile come quello di Paestum) del suo sogno di una nuova direttrice stradale Eboli – Agropoli; con abbondanza di sconquassi, asfalti e cementi come ai bei tempi della Fondovalle Calore e Trinceroni vari negli anni di Tangentopoli.
Per cortesia. Più rispetto per la cultura vera e il passato, e più serietà e progettualità concreta per i giovani, da trattenere sul territorio anziché prenderli in giro con una effimera “Salerno da bere”!
Michelangelo Russo