di Erika Noschese
“Parlare di candidato sindaco ora è prematuro, è necessario pensare ad una grande coalizione che unisca tutte le forze di opposizione all’amministrazione uscente per mettere in campo che una squadra che si opponga a questa oligarchia che ormai comanda Salerno da 30 anni per interposta persona”. Lo ha dichiarato Fausto Martino, membro di spicco de I Figli delle Chiancarelle, ex assessore all’urbanistica dimessosi nel 2003. In queste settimane, Martino è sotto i riflettori in qualità di candidato sindaco delle Chiancarelle; ipotesi, questa, al momento smentita proprio dall’ex assessore che chiede invece di lavorare su squadra e programmi. Fausto Martino, in queste settimane gira voce che sia lei il candidato sindaco de I Figli delle Chiancarelle. È così? “Le voci non sono mai fondate, sempre infondate anzi. Io sono amico delle Chiancarelle, ne faccio parte e credo sia la realtà più vivace d’opposizione; in questi anni, si è caratterizzata come una vera opposizione, senza sé e senza ma all’amministrazione uscente e a De Luca che ne è il protettore e il mentore. Da che parte sia io è più che evidente, sulla ipotesi di candidarmi sindaco non se ne parla, non c’è ipotesi alcuna in questo momento ma c’è da dire che sto lavorando con le Chiancarelle, sto spingendo affinché tutto il mondo dell’associazionismo, il mondo che – in qualche modo – non si riconosce in quest’amministrazione uscente faccia sintesi e si unisca per tentare questa spallata. Al monopolismo di un oligarca bisogna opporre una squadra; non c’è bisogno dell’uomo della provvidenza, bisogna mettere in campo una squadra che si opponga a questa oligarchia che ormai comanda Salerno da 30 anni per interposta persona”. Per I Figli delle Chiancarelle nove anni di battaglie tra esposti, inchiesta, un lavoro instancabile per la città. Una loro lista era, forse, particolarmente attesa… “Sì, penso sia una scelta giusta. Tra l’altro, le Chiancarelle si sono caratterizzate per una battaglia d’opposizione, le cose che ha nominato lei ci sono tutte ma ce ne sono anche tante altre che sono venute alla luce grazie all’attività instancabile dell’associazione. Scendere in campo significa passare dalla protesta alla proposta, anche farsi interpreti di un modo diverso di vedere la città”. Chi potrebbe essere, secondo lei, il candidato sindaco ideale? “Io penso che le Chiancarelle facciano bene a scendere in campo e credo facciano bene a cercare di coagulare quanto più è possibile, tutte le forze che non si riconoscono in quest’amministrazione e che vorrebbero una gestione diversa del territorio, una trasparenza diversa, dell’ambiente e così via. Se si va verso la coalizione è la pluralità delle liste ad esprimere il proprio candidato sindaco, per cui dicevo che più che un candidato sindaco bisogna contrapporre una squadra che rappresenti tutte le sensibilità che ci sono. Poi, il candidato sindaco è sicuramente una figura importante ma è l’ultima cosa; ora, serve mettere le basi per una coalizione forte con tutti coloro che sono disgustati da questo modo di amministrare la città”. Accetterebbe l’eventuale candidatura? “E’ presto per dirlo. Comunque, c’è la mia disponibilità, per supportare l’attività con quello che so fare, io mi occupo di urbanistica e mi reputo esperto in questo settore e sono a disposizione delle Chiancarelle e di quanti vorranno, in maniera del tutto spassionata e senza contropartita, o immaginano di potersi avvalere delle mie capacità. Pensare ad una candidatura a sindaco, in questo momento, è prematuro perché bisogna capire anche come è composta la coalizione: è possibile che ogni gruppo che, in qualche modo, vuole aderire a questa coalizione, avrà il suo candidato sindaco e, alla fine, si sceglierà insieme. In questo momento, è un argomento abbastanza divisivo, non inclusivo. Penso che prima di tutto bisogna capire se c’è l’ipotesi di mettersi insieme su un programma chiaro e, dalla coalizione, emergerà – mi auguro – una squadra che si contrapponga al sindaco uscente, non so se candideranno nuovamente lui o sceglieranno un’altra persona ma sarebbe interessante contrapporre una squadra, fatta di persone competenti, in grado di rappresentare le varie anime e le varie sensibilità che possono mettersi insieme”. Crede sia possibile questa grande coalizione civica con Oltre e tutti i civici che hanno già annunciato la candidatura? “Credo sia l’unica soluzione possibile, sarebbe una confederazione di salute pubblica, come la chiamo io. C’è un problema che va affrontato e non è possibile farlo separatamente perché la strategia di De Luca – perché è sempre lui ad animare le liste – è sempre stata quella del divide et impera, ovvero dividi e comanda ed è per questo che bisogna mettersi insieme”. Qual è stato l’errore più grande commesso in questi anni? Cosa andrebbe ripristinato nell’immediato? “Andrebbero ripristinate parecchie cose. Una su tutte, un uso consapevole del territorio e quindi uno stop a questo consumo di suolo e a questi interventi spot che si fanno ovunque, senza alcuna logica urbanistica. La logica di utilizzare qualsiasi vuoto urbano per tirare su un fabbricato, spesso una torre, è una logica che va contro i principi che erano alla base del piano regolatore che è stato vergognosamente disatteso in tutti i suoi principi: tutta questa espansione urbana a cui stiamo assistendo sta danneggiando irreversibilmente ogni possibilità di riscatto di questa città. Va considerato che tra le materie di cui si occupa il Comune, credo che il governo del territorio sia ancora più importante del bilancio perché quest’ultimo serve ad amministrare i fondi che vanno e vengono, è un qualcosa di più fluido mentre il territorio non è riproducibile, quando si consuma non c’è più; credo che la prima cosa su cui mettere mano deve essere una saggia revisione di tutto quello che si deve fare per gestire al meglio il territorio disponibile per restituire alla città una dignità che ha perso. Poi, gli altri argomenti sono la trasparenza che in quest’amministrazione manca abbastanza, dalle scelte agli incarichi, passando per le società miste e le assunzioni. Credo che la città debba essere chiamata a partecipare attivamente alla vita cittadina, non può essere chiamata solo a ratificare le scelte come si è fatto per il Crescent: la città prima si è divisa poi De Luca è andato in giro, come un saltimbanco, con il plastico sotto il braccio a chiedere il consenso dei cittadini e ora dice addirittura che quella cosa obbrobriosa l’avrebbe voluta il 70% dei cittadini ma sappiamo bene che così non è. Erano scelte che andavano sottoposte a referendum popolare. Andrebbe consentita la diretta streaming dei consigli comunali, vietata in questo momento; istituire come metodo per decidere le scelte fondamentali, l’istituto del referendum. Un esempio su tutti la vicenda di piazza Alario: l’amministrazione decide di distruggere un giardino storico con un parco giochi; operazioni, queste, contro i cittadini che hanno costituito il comitato per dire no alla realizzazione di un parco giochi che nessuno vuole. L’amministrazione deve seguire la volontà dei cittadini, se ci fosse stato un referendum su piazza Alario, se ne sarebbero dovuti scappare con quella idea, come il Crescent che ha danneggiato in maniera irreversibile gli scenari paesaggistici più rilevanti della città di Salerno. Quella cosa è imputabile ad un solo uomo, De Luca che ha esercitato il controllo sugli organi che avrebbero dovuto dare i permessi. Trovo assurdo che un uomo solo al comando decida trasformazioni che resteranno lì almeno per i prossimi 300 anni”. Secondo lei, a Palazzo di Città esiste una vera opposizione? “Non c’è stata o almeno l’opposizione che c’è stata era numericamente troppo modesta; ci sono stati casi in cui De Luca comandava anche nell’opposizione, nei partiti degli altri. Ci sono state persone che si sono opposte, come Fausto Morrone che ha fatto un’opposizione sera ma era solo, c’è Roberto Celano ma è evidente la disparità dei numeri. Poi, ci sono state una serie di persone che fanno parte della cosiddetta opposizione e invece fanno parte di una maggioranza occulta. Per questo è importante che le Chiancarelle scendano in campo e facciano da elemento catalizzatore per tutte le altre forze che non si riconosco in questo modo di governare”. Cosa manca secondo lei, alle Chiancarelle, ora, per entrare a Palazzo di Città? Crede possibile una loro vittoria? “Credo che le Chiancarelle abbiano un potenziale elettorale tutto da scoprire, in grado di portare anche tre consiglieri a Palazzo di Città ma non è sufficiente, non è il risultato a cui tendere. Ognuna delle liste che si contrappone all’amministrazione uscente immagina di portare un proprio consigliere a Palazzo di Città ma finirebbero per non fare nulla, presenze che stenterebbero ad avere risultati. Vedo una presenza importante di tutte le altre componenti della vera opposizione solo in una logica di coalizione, con un programma unico, un obiettivo comune e la composizione di una squadra che si contrapponga al singolo candidato”.