NAPOLI. Il gup di Roma Paola Della Monica ha rinviato a giudizio il senatore di Forza Italia Denis Verdini nell’ambito della cosiddetta P3, presunta associazione segreta caratterizzata, come hanno scritto i pm, “dalla segretezza degli scopi, dell’attività e della composizione del sodalizio e volta a condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, nonché apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali”. Insieme a Verdini rinviato a giudizio anche l’ex sottosegretario all’Economia dell’ultimo governo Berlusconi, Nicola Cosentino. E’ stata stralciata e aggiornata al 3 dicembre la posizione dell’ex parlamentare azzurro Marcello Dell’Utri (attualmente in carcere a Parma) in attesa dell’esito dell’estradizione suppletiva dal Libano (che aveva concesso l’estradizione per un altro reato, quello di concorso esterno in associazione mafiosa, per cui il fondatore di Forza Italia è stato condannato in via definitiva a 7 anni di reclusione). La decisione del Gup di Roma potrebbe avere ripercussioni sul quadro politico, essendo Verdini il principale artefice del “patto del Nazareno” che ha sancito l’accordo su legge elettorale e riforme costituzionali tra il leader di Forza Italia e il presidente del Consiglio. Verdini e Dell’Utri sono accusati di violazione della legge Anselmi sulle società segrete e di associazione per delinquere finalizzata a episodi di corruzione, abuso d’ufficio e illecito finanziamento connessi ai rapporti con alcuni imprenditori interessati a operare nel settore della produzione dell’energia eolica in Sardegna. Cosentino (già sotto processo per concorso esterno in associazione camorristica) invece è chiamato a rispondere di diffamazione e violenza privata per aver cercato di screditare l’attuale governatore della Regione Campania Stefano Caldoro al fine di eliminare la sua candidatura dalla lista del Pdl. All’ex sottosegretario è contestato anche l’aver “compiuto atti diretti a costringere” Caldoro a rinunciare alla candidatura. Il processo è fissato per il 5 febbraio prossimo davanti alla nona sezione penale. L’inchiesta prese il via nel maggio 2010 quando il faccendiere sardo Flavio Carboni venne indagato per concorso in corruzione nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti per l’energia eolica in Sardegna, insieme ad alcuni personaggi di spicco della politica locale e nazionale. Le indagini, concluse nell’agosto 2011, hanno permesso di svelare una presunta associazione “segreta” che concludeva affari, metteva pressione ai giudici e si occupava di alcuni delle questione politiche più rilevanti. L’indagine rivelò anche le pressioni esercitate su diversi magistrati per cercare di sapere con anticipo come la Corte Costituzionale avrebbe deciso sul Lodo Alfano e altre pressioni sui giudici della Corte di Cassazione per il contenzioso fiscale della Mondadori. Il 10 novembre prossimo, intanto, davanti a un altro collegio giudicante della nona sezione riprende il processo a carico di 17 persone (tra cui l’uomo d’affari Flavio Carboni, l’imprenditore Arcangelo Martino, l’ex giudice tributarista Pasquale Lombardi) anche loro coinvolte nella vicenda principale della P3 o in altri filoni di indagine paralleli.
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