MARTEDÌ 18 LUGLIO 2017 13.59.12
Organizzavano matrimoni di comodo con extracomunitari e italiani per procurare ai primi i permessi di soggiorno. Una donna di 55 anni, aiutata dai tre figli che vivevano con lei, dalla sorella e da una nipote, nonché da un’amica di una delle figlie, trovavano, secondo gli investigatori, agli extracomunitari i coniugi e i testimoni necessari per convolare a nozze. A scoprire l’illecita attività, i carabinieri della Compagnia di Battipaglia che hanno eseguito una misura nei confronti delle 7 persone gravemente indiziate di concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso la programmazione e organizzazione dei ‘finti’ matrimoni, seguiti subito dopo da divorzi lampo. Una persona è finita in carcere; una ai domiciliari. Per altre cinque è stato disposto l’obbligo di dimora. Altri 63 sono gli indagati. L’attività investigativa si è svolta dal settembre 2016 al marzo di quest’anno, anche attraverso intercettazioni telefoniche e pedinamenti. I militari hanno così scoperto che gli extracomunitari, per la maggior parte marocchini, ottenevano il rilascio del permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare: immediatamente dopo, i finti coniugi avanzavano istanza di divorzio al Comune competente. Per ogni matrimonio gli extracomunitari pagavano una somma variabile dai 5mila ai 10mila euro. E’ stata anche accertata una falsa attestazione di paternità di una bambina, concepita da una delle indagate, per far ottenere la carta di soggiorno al falso padre in cambio di 4mila euro. Nel complesso, sono stati individuati 21 finti matrimoni celebrati dal 2013 ad oggi, principalmente nei comuni di Battipaglia ed Eboli, nonché, in numero minore, nel comune di Olevano sul Tusciano, e in un solo caso a Montecorvino Pugliano e Marchirolo (Varese). Oltre alle sette persone raggiunte dalle misure cautelari vi sono altri 63 indagati.