di Pina Ferro
Veniva simulata la vaccinazione solo per ottenere il green pass. Un rischio quello che si assumevano i vaccinatori che costava ad ogni singolo paziente la somma di 150 euro. Un’inchiesta della Procura di Napoli ha portato al sequestro di 32 certificati verdi ad altrettanti soggetti, tra questi anche dei salernitani. Tra i destinatari del provvedimento vi sono docenti, imprenditori ed appartenenti a categorie per le qualiil green pass era obbligatorio gia da diverso tempo. A firmare il decreto di sequestro è stato il sostituto procuratore d presso il Tribunale di Napoli John Woodcock, che lo ha adottato perchè ritiene sussistente il pericolo che la libera disponibilità della certificazione verde, ovvero dell’attestazione certificazione inerente all’inoculazione della prima e della seconda dose, necessari per l’accesso al lavoro, possa “aggravare e determinare il protrarsi delle conseguenze della gravi condotte criminose”. Basti pensare, sottolinea il magistratp, che gli interessati “continuano a fruire dei benefici previsti dalle legge per chi si è effettivamente vaccinato. Circostanza questa che rende oltremodo attuale il presupposto dell’urgenza”. Il decreto è stato notificato a: Stephanie A. 52 anni residente a Cava de Tirreni; Massimiliano A di Napoli; Ciro A di Napoli; Arturo C. di Napoli; Umberto C. di Napoli; Claudio C. di Napoli; Carmen C 44 anni di Salerno; Emilia D di Pozzuoli; Carmelina F. di Grottelle in provincia di Avellino, Angela G. 41 anni di Salerno; Anna Gilda G di Bacoli; Carlo G. di Napoli; Nunzia G. di Napoli; Rosa L. di San Nicola Manfredi in provincia di Benevento; Enrico M. di Napoli; Stefano M. di Napoli; Diego M. di Napoli; Vincenzo M. di Grottelle – Avellino; Silvana N residente a Bologna; Raffelina R. di Pompei; Antonio Pio R. di Volturara Appula in provincia di Foggia; Maria Stella R residente a Volturara Appula; Alessia S di Napoli; Antonio S. di Napoli; Massimiliano S. di Napoli; Chiara S. di Napoli; Marcello Vitale S. di Napoli; Serena S. di Napoli; Alessio S. di Casoria Annunziata S. di Napoli; Ilaria S. di Casoria; Salvatore T. residente a Bologna. L’inchiesta nasce dalla denuncia presentata il 29 novembre dello scorso anno dal direttore dell’Asl Napoli 1, Verdoliva, il quale dando atto ad una nota ricevuta dalla responsabile del centro vaccinale “Fagianeria Real Bosco di Capodimonte” che aveva a sua volta ricevuto una relazione redatta dal medico vaccinatore in servizio presso lo stesso centro vaccinale, ha evidenziato alcuni gravi episodi avvenuti il 27 novembre 2021 presso il centro vaccinale. In pratica, come scrive il magistrato nel decreto di sequestro, in quella data l’infermiere G.D.G. avrebbe simulato l’inoculazione della vaccinazione in questione, con specifico riferimento ad alcuni pazienti, inducendo in errore il medico vaccinatore, redattore del certificato conseguente alla vaccinazione, ma inducendo altresì, l’Asl competente ad istruire la conseguente procedura e, a formare la conseguente successiva documentazione sanitaria (compreso il green pass). L’infermiere ed altri soggetti sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione e falso in atto pubblico. Raccolta la denuncia è stata avviata la fase investigativa da parte della procura. Indagine espletata anche attraverso delle intercettazioni. Nelle settimane successive sono stati intercettati numerosi soggetti destinatari della vaccinazione simulata. Nei guai è finito anche C.R. in servizio presso il presidio ospedaliero San Giovanni Bosco. Questi viene ritenuto dal magistrato un elemento chiave “di un vero e proprio e ben congeniato e lucroso sistema criminoso attraverso il quale i due operatori hanno messo in piedi una redditizia attività criminosa consistita nella più che seriale attività di simulazione di dosi vaccinali anticovid 19 dietro il corrispettivo di 150 euro a paziente”. Secondo l’impianto accusatorio gli operatori all’atto della vaccinazione inoculava il farmaco in un batuffolo di cotone. Il tutto pare avvenisse anche con la complicità di una guardia giurata. Tra gli indagati figurano insegnanti, dipendenti del Ministero dell’Istruzione,nonchè dipendenti del Ministero dell’Interno e della giustizia, e che “alcuni di tali soggetti, sulla scorta degli ulteriori approfondimenti sono risultati positivi al Covid, determinandosi quindi una situazione di pericolo.