di Pina Ferro
Avevano prelevato una minorenne da una casa famiglia di Roccadaspide e dopo averla portata a Sieti di Giffoni Sei Casali l’avrebbero costretta a prostituirsi. Il pubblico ministero del tribunale di Salerno al termine della requisitoria ha chiesto ai giudici la pena di 7 anni e 6 mesi per i due ragazzi poco più che ventenni e 6 anni per una giovane donna, anche lei ventenne, accusati a vario titolo di sottrazione di minore aggravata, violenza privata, induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Al termine delle attività investigative furono arrestate dai carabinieri della compagnia di Agropoli unitamente a quelli di Battipaglia tre persone: due uomini e una donna tutti di nazionalità rumena e tutti poco più che ventenni. L’arresto fu effettuato in esecuzione di una misura cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Salerno. All’arresto si è arrivati a seguito di una dettagliata attività investigativa portata avanti dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Agropoli. Le indagini consentirono di appurare che in più occasioni gli arrestati avevano prelevato, mediante un forte condizionamento psicologico, una connazionale minorenne dalla comunità in cui dimorava. Era stato il tribunale per i minori a disporre la permanenza della ragazzina nella comunità in questione ubicata a Roccadaspide. La ragazzino era stata molto condizionata psicologicamente dai suoi connazionali, particolare questo che emerse anche nel corso delle audizioni protette della vittima, da parte del pubblico ministero . Una volta prelevata, o meglio fatta allontanare dalla casa famiglia in cui si trovava la ragazza fu condotta a Giffoni sei Casali dove veniva costretta a prostituirsi. A Sieti di Giffoni Sei Casali i due rumeni erano arrivati da poco tempo ed avevano preso una casa in fitto. nel corso dell’attività investigativa i carabinieri appurarono che una delle persone indagate, per indurre la ragazza a prostituirsi, aveva stabilito un contatto telefonico tra la stessa e gli altri due destinatari della misura restrittiva, al fine di consentir loro di accordarsi sulle modalità di incontro e sul prezzo da pattuire. gli stessi indagati durante il rapporto sessuale, erano soliti scattare diverse foto della minore, motivo per il quale sono stati ritenuti responsabili anche di detenzione i materiale pedopornografico. Nel corso delle operazioni, furono eseguite diverse perquisizioni domiciliari e locali, anche a carico di altre quattro persone che all’epoca furono indagate per gli stessi reati.