di Andrea Pellegrino
Sono pronti al confronto i dirigenti dell’Inps dopo la sentenza del giudice del lavoro che ha sospeso la trattenuta mensile ad una ex lavoratrice della Marzotto di Salerno. Nei giorni scorsi i vertici salernitani dell’istituto previdenziale hanno incontrato il segretario provinciale della Cisl Matteo Buono ed il presidente dell’Adiconsum Antonio Galatro. In particolare quest’ultimo aveva già diffidato l’Inps nei mesi scorsi e si è inoltre costituito nel giudizio innanzi al giudice del lavoro. Nei prossimi giorni, con molta probabilità, l’Inps di Salerno potrebbe sciogliere la riserva. Al vaglio, tra l’altro, c’è il dispositivo del Tribunale di Salerno che reputa «illegittima la trattenuta mensile» sulla pensione di una lavoratrice dell’ex Marzotto. La vicenda riguarda i benefici per l’esposizione all’amianto prima concessi e poi revocati ai dipendenti della Marzotto di Salerno. Da qui i ricorsi da parte di alcuni ex lavoratori, assistiti dagli avvocati Dante Stabile ed Anna Amantea che, per ora, hanno incassato la prima vittoria. Ora però toccherà all’Inps ottemperare ed evitare ulteriori danni e problemi ai pensionati dell’ex opificio salernitano. Durante il vertice i funzionari dell’istituto previdenziale avrebbero portato ai sindacalisti presenti una circolare interna che stabilisce i recuperi su pensioni e stipendi. Disposizione che – secondo quanto manifestato da Buono e Galatro, anche in relazione alla decisione del giudice del lavoro – contrasterebbe rispetto alla normativa nazionale. Galatro, negli ultimi mesi, aveva più volte sollevato il problema, portando d’esempio proprio il caso della pensionata che si è rivolta alla giustizia. Alla pensionata era stata applicata una trattenuta di 182,00 euro che sottratta alla pensione e ad un finanziamento già in corso non le permetteva di vivere dignitosamente, in considerazione anche di un affitto mensile di 600 euro. «Con il serio rischio – ha evidenziato il giudice – che il ricorrente non possa più fare fronte a tali oneri a causa della trattenuta mensile, posto che l’importo della rata di pensione, al netto delle detrazioni, sarebbe all’incirca di euro 12,72 somma indubbiamente inidonea a garantire il minimo sostentamento suo e dei suoi figli, non essendo inidonea ad assicurare mezzi adeguati alle naturali esigenze di vita». E nel mentre s’attende la risposta dell’Inps, i legali sono pronti ad andare avanti, forti anche della decisione del giudice del lavoro. Della stessa opinione anche l’Adicosum e la Cisl che seguiranno attentamente tutti gli ex lavoratori della Marzotto di Salerno.