di Marta Naddei
Sarà un mezzogiorno di fuoco per gli operai dell’Essentra. Per le 12 di oggi, infatti, dovranno comunicare la loro decisione in merito alla sottoscrizione dell’ipotesi di accordo siglata ieri dai sindacati con l’azienda dinanzi all’Ormel di Napoli. Una decisione difficile perché da mettere d’accordo ci sono 81 persone, ognuna delle quali con la propria testa, con le proprie esigenze. Venticinque mila euro: questa la proposta di buonuscita che il direttore dello stabilimento salernitano Valerio Muto – in rappresentanza dell’Essentra plc – ha portato sul tavolo dell’organo di conciliazione regionale ai rappresentanti sindacali. Una somma di cui, però, gli ex dipendenti della multinazionale britannica produttrice di filtri per sigarette godrebbero solo a partire dal prossimo mese di novembre. Già, perché fino ad allora saranno concessi loro sette mesi di cassa integrazione straordinaria: sette mesi e non i canonici 12 che loro spetterebbero per via dell’applicazione dell’Aspi. I lavoratori, riuniti in assemblea dal primo pomeriggio di ieri, stanno vagliando tutte le ipotesi possibili, avvalendosi anche della consulenza di avvocati: c’è chi vorrebbe la liquidazione dei 25 mila euro in maniera immediata, chi proprio non ci sta a vedersi catapultato fuori dal circuito produttivo in questo modo e chi vorrebbe accettare e porre fine ad uno stillicidio che va avanti da tre mesi. Ma la cosa importante è una: che siano tutti d’accordo e remino nella stessa direzione. Anche un solo no farebbe venire meno l’accordo. Dunque, in tarda mattinata si torna nuovamente a Napoli dove o si sottoscriverà l’accordo o salterà tutto. Contestualmente, nella giornata di oggi si dovrebbe procedere anche allo sgombero dello stabilimento produttivo di via De Luca, la cui attività è ormai ferma dallo scorso 31 gennaio. Oggi, scadono infatti i famosi 75 giorni e la struttura dovrà essere liberata dal presidio permanente dei lavoratori, avviato immediatamente dopo la comunicazione della chiusura dell’attività da parte del manager inglese John Scolen. Anche ieri si sono registrati attimi di tensione con l’ennesima chiamata – da parte del servizio di vigilanza dell’azienda alla centrale della questura di Salerno. Presso la sede dell’Essentra sono nuovamente intervenuti gli agenti della Digos che – come capitato in altre occasioni – sono poi in breve tempo andati via. Insomma, comunque vada oggi si scriverà la parola fine alla storia della ex Filtrona e, paradossalmente, il fardello più grande – quello della scelta, dopo il licenziamento giunto di punto in bianco – spetta proprio agli ex dipendenti della holding inglese. Saranno loro a scrivere il proprio destino decidendo se accettare o meno la proposta avanzata dall’azienda – e avallata dai sindacati – oppure se continuare con il braccio di ferro. Quel che resterà è, comunque, un altro pezzo di storia industriale salernitana che se ne va, che soccombe alle decisioni di una proprietà straniera e alle presunte logiche di un mercato che non sorride più. In primo piano, 81 uomini, tutti di un’età media di circa 40 anni e con famiglie a carico. Il dramma, ancora una volta, è il loro.