Elisabetta Barone all’assalto di Tringali: Sicurezza? Ma a cosa dedica il suo tempo l’assessore? - Le Cronache
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Elisabetta Barone all’assalto di Tringali: Sicurezza? Ma a cosa dedica il suo tempo l’assessore?

Elisabetta Barone all’assalto di Tringali: Sicurezza? Ma a cosa dedica il suo tempo l’assessore?

di Erika Noschese
«Salerno città sicura? Mi chiedo piuttosto a cosa dedica il suo tempo l’assessore alla Sicurezza? Oggi manca un piano di coordinamento per garantire sicurezza». L’attacco arriva dalla consigliera, leader di opposizione con Primavera Salernitana Elisabetta Barone, a proposito degli ultimi episodi che si sono registrati sul territorio.
Consigliera Barone, partiamo subito da un tema caldo: il consuntivo 2022. Sono emerse delle irregolarità. Cosa ne pensa?
«Nel corso dell’ultimo consiglio comunale ho sostenuto che diversi residui attivi non erano attendibili perché riferiti ad un piano delle alienazioni che offriva delle stime puramente ipotetiche. Alla domanda posta all’assessore al Bilancio sulla reale disponibilità dei terreni espropriati per costruire il termo valorizzatore l’assessore ha dichiarato di non essere in grado di dare risposte e infatti nulla è stato chiarito neanche in commissione. Mi chiedo se sia stato corretto inserire la cifra della possibile alienazione di un bene che potrebbe non essere nella piena disponibilità di un ente. A seguito della richiesta avanzata ai revisori dei Conti dal collega Celano circa una verifica ci sono state voci di bilancio che non era possibile inserire, sia perché gli atti che avrebbero consentito di considerarli tra i residui attivi non erano perfezionati sia perché le cifre accertate differivano da quelle inserite in bilancio al punto che i revisori hanno chiesto di correggere l’entrata sul bilancio preventivo su cui evidentemente si stanno facendo alchimie visto che il consiglio preannunciato per il 24 è stato rinviato a data da destinarsi».
Con alcuni suoi colleghi, lei ha acceso i riflettori sulla vicenda Porta Ovest. Cosa non la convince?
«Come è stato ricordato anche su Le Cronache, abbiamo diffuso un comunicato congiunto con i colleghi Naddeo, Corrado, Pessolano, Pecoraro, la scelta infelice della collocazione del porto non collegato alla ferrovia rende necessario trasferire tutte le merci su ruote. Se si guarda alla mole di traffico attuale siamo in presenza di tre tir al minuto sul viadotto Gatto ragion per cui ritengo che il progetto di viabilità, di cui si conosce poco, non riuscirà a soddisfare il bisogno di congestionare il viadotto Gatto; a mio parere sarà utilizzato come ulteriore rampa di accesso dei tir sia in direzione autostrade sia per quello che è già utilizzato come retroporto per lo stazionamento dei container nella cava del Cernicchiara. Mi chiedo: come sarà possibile garantire un accesso rapido alle autostrade ai tir provenienti dal porto e alle auto provenienti sia dal centro cittadino, Canalone, viadotto Gatto? riusciamo a immaginare cosa potrebbe succedere in galleria se uno dei tir prendesse fuoco? Se qualcuno perdesse olio?
Autonomia differenziata, qual è la sua posizione in merito?
«Penso che l’autonomia differenziata sia una scelta antistorica, mi sembra di tornare indietro di quasi mille anni, ai tempi del carroccio. È una proposta che tradisce i principi ispiratori della Costituzione, almeno nei suoi primi articoli, quelli che sottolineano come il compito dello Stato sia di garantire a tutti i cittadini italiani il diritto al lavoro, alla promozione delle capacità di ciascuno, alla rimozione degli ostacoli che impediscono la piena espressione del singolo nel rispetto di tutte le differenze in un orizzonte di solidarietà e partecipazione. È altrettanto vero che è necessario trovare una mediazione tra la necessità di rivendicare i principi di eguaglianza sull’intero territorio nazionale in relazione ai livelli di prestazione essenziali relativi a sanità, istruzione, sicurezza e ordine pubblico e dall’altro lato il bisogno di riconoscere le specifiche necessità dei territori. La proposta di Calderoli è ottusa, ignora il fatto che su questioni come sicurezza, sanità, istruzione non ha senso trovare soluzioni locali almeno fino a quando saremo un Paese europeo».
Se dovesse passare la proposta Calderoli potrebbero esserci conseguenze anche per la scuola. Da dirigente scolastico qual è il suo timore?
«Rispetto alla proposta di Calderoli e alle possibili conseguenze per la scuola non temo gli slogan relativi al fatto che tale proposta ci troverebbe svuotati di potenzialità e quindi ci sarebbero scuole di serie A al nord e scuole di serie B al sud. Questo perché finché saremo in Europa la scuola del Mezzogiorno troverà lì parte delle sue risorse. Penso che il nord abbia tutto da perdere da una regionalizzazione degli organici, viene da pensare che potrebbero ritrovarsi a breve senza insegnanti a cui affidare l’istruzione dei propri figli».
Risse, furti, episodi minori. Crede che oggi Salerno possa definirsi città sicura?
«Salerno non è sicura, sta diventando una città dove la sicurezza è affidata al caso. Non vi sono misure coordinate che vedano diverse forze dell’ordine collaborare in piano strategico per il bene della città. La malavita organizzata si divide le piazze di spaccio, del malaffare e c’è il diffondersi della micro criminalità, fenomeno – dal mio punto di vista – che va attenzionato per capire la tipologia di reato, chi li commette e organizzare una risposta strategica. Abbiamo un assessore dedicato alla sicurezza, viene da chiedersi a cosa dedichi il suo tempo; mi viene da pensare che a qualcuno conviene destabilizzare la città onde giustificare la presenza di un uomo solo al comando».
Provinciali 2024, sarebbe pronta ad una candidatura?
«Non sono un politico di professione, non ho cercato una candidatura per il consiglio comunale. La politica mi ha cercato e io mi sono messa a servizio della città».
La curva nord resterà chiusa anche per il prossimo campionato, cosa ne pensa?
«Penso che ancora una volta questa giunta si dimostri miope e assenza di visione strategica. Il presidente Iervolino aveva dimostrato grande interesse per la città, da uomo di cultura immaginava di fare dello sport il volano di riqualificazione e riaggregazione identitaria del tessuto cittadino ma la sua visione non ha trovato il consenso dei nostri feudatari; gli è stata rinnovata la convenzione ma ne fa un affittuario dello stadio Arechi per poco più di 60 giorni l’anno ma gli è stato impedito di investire risorse che avrebbero consentito in breve tempo di avere uno stadio da serie A. Del fantomatico progetto da 32 milioni che la Regione avrebbe dovuto investire per rinnovare lo stadio abbiamo visto solo annunci e neanche la posa della prima pietra. Se posso esprimere una riflessione conclusiva mi viene da pensare che si vogliono creare le condizioni per invocare la venuta del Nazareno. Tre mesi fa ho sostenuto che la convenzione capestro offerta dal Comune alla salernitana non avrebbe funzionato e che gli annunci di rifacimento dello stadio da parte della regione erano una delle tante favole narrate per sedare i cittadini. (Come quando si dice a un bambino fai il bravo che babbo natale ti porta il regalo dei sogni!). Il contratto di affitto per poche giornate all’anno senza alcuna garanzia rispetto ad opere necessarie per uno stadio che voglia accogliere una società di serie A è una beffa per la società e per la città. È davvero vergognoso il modo in cui si prendono in giro i cittadini salernitani. Non mi meraviglierei se Iervolino dovesse decidere di lasciare Salerno e di andare ad investire con persone più intelligenti».