Nel 2014 la Campania perde il triste primato di regione leader delle ecomafie, scavalcata da Puglia e Sicilia. Secondo il nuovo rapporto stilato da Legambiente, rispetto agli anni passati, si registra un calo di reati pari a circa il 21%. In particolare nella provincia di Napoli, la riduzione è stata pari al 36%. In Campania sono stati 3.725 i reati ambientali, 37 gli arresti, 3.636 le persone denunciate e arrestate e 1.202 i sequestri. Nonostante questi dati, però, Ecomafia 2015 evidenzia come la Campania ci siano sempre cifre “inquietanti” che fotografano un elenco di abusi di cemento, veleni, territorio martoriato e 86 clan camorristici che, in questi anni, hanno fatto e fanno affari. La provincia di Napoli è la seconda in Italia per numero di illeciti (1647), seguita da Salerno (1090). La Campania si conferma, a livello nazionale, la regione più sfregiata dal mattone selvaggio con 835 infrazioni, il 14,5% sul totale, con 1.020 persone denunciate, tre arresti e 260 sequestri. La provincia di Avellino, inoltre, conquista la maglia nera nazionale con il più alto numero di reati in materia, 257, subito dopo ci sono Napoli (238) e Salerno (220).Sul fronte dei rifiuti dopo la Puglia, leader nazionale, troviamo la Campania con 896 reati, 1.070 denunce, 28 arresti e 402 sequestri. La provincia di Napoli è seconda a livello nazionale dopo Bari con 462 reati (con un calo intorno al 14%), 604 denunce, 22 arresti e 206 sequestri. Segue, a livello regionale, la provincia di Salerno con 166 infrazioni, 185 persone denunciate e 71 sequestri. Dopo c’è Caserta con 115 infrazioni, 125 persone denunciate e due persone arrestate con 77 sequestri. Alto il numero di inchieste di traffico organizzato di rifiuti: 89 a partire dal 2002 con 424 ordinanze di custodia cautelare emesse e 160 aziende coinvolte con otto procure su scala regionale impegnate nelle indagini. In Campania, infine, sono 27 le inchieste sulla corruzione in materia ambientale concluse con l’arresto di 303 persone e la denuncia di 98 persone.
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Campania: legale M5s, tribunale non puo’ pronunciarsi prima Tar
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