Di Marco Visconti
Il «Vesuvio di ragù» è l’opera pittorica realizzata a due mani dal critico d’arte salernitano Luca Cantore D’Amore e da Gian Andrea Squadrilli divulgatore della cultura culinaria con Italy food porn e pioniere dei social network nell’ambiente food. La domenica si mangia il ragù nel Napoletano e Salernitano, ma D’Amore e Squadrilli hanno pensato di fare una cosa in più, di realizzare un’opera pittorica col ragù, e l’hanno fatta ieri a Napoli. Il ragù è stato realizzato dalle sapienti mani di Squadrilli, mentre D’Amore ha usato il ragù come pittura, ha disegnato su una tovaglia gli ambienti che contraddistinguono Napoli: il Vesuvio, sole, mare e il golfo di Napoli, insomma si vede la domenica di Napoli in un quadro. Ieri è stata realizzata la prima opera pittorica, ne seguiranno altre 9 a firma D’Amore e Squadrilli. Le 10 opere saranno messe in vendita e parte del ricavato sarà devoluto in beneficenza all’Unitalsi. D’Amore e Squadrilli spiegano come è nata l’idea dell’opera pittorica e quali sono state le difficoltà e caratteristiche per la realizzazione della stessa.
Nell’arte ci sono tante opere pittoriche in cui c’è come protagonista la gastronomia ma, in questo caso, la gastronomia diventa la materia prima attraverso la quale nasce l’opera. Da dove nasce l’idea di creare questo connubio tra pittura e gastronomia?
«Sì, l’arte è piena di casi studio – afferma Luca Cantore D’Amore – che sono venuti prima di noi che fanno vedere il cibo non solo come oggetto ma anche come soggetto, si pensa ad Arcimboldi, ma in questo caso diventa materia prima e diventa anche metodo, diventa strumento, questo perché la contemporaneità non esclude la sperimentazione. Non siamo i primi a usare il food come materia per dipingere, ma noi abbiamo l’abbiamo fatto intrecciandolo con la tradizione, per un motivo sia evocativo e spirituale che tradizionale, perché ci ricongiunge alla nostra terra».
Voi nell’opera pittorica rappresentante la Campania, se la vediamo da una prospettiva geografica regionale, perché la rappresentate?
«Rappresentiamo la Campania perché noi abbiamo pensato che la nostra terra sia un vero e proprio capolavoro, quindi nel rappresentarla l’abbiamo quasi incorniciata, abbiamo dato il profumo non solo tramite il ragù ma anche tramite l’evocazione del respiro, della visione di quella che è la nostra terra, e lo abbiamo fatto con la ricetta tradizionale per eccellenza che genera felicità come in un giorno di felicità che è la domenica».
Il rosso che riempie tela bianca rimanda a un preciso significato simbolico?
«Il rosso non solo è il colore del ragù ma è anche il colore della passione, del sangue, è il colore dei bollori che noi del Sud Italia sentiamo tutte le volte come richiamo e malinconica appartenenza, quando siamo lontani dal nostro territorio».
Ci sono state difficoltà tecniche nel riempire col sugo la tela?
«Sì, Gian Andrea è un eccellente teorico ed esecutore del cibo, io sono uno stimato teorico dell’arte ma sono un pessimo esecutore, quindi ci sono state difficoltà che, grazie all’amicizia e alla leggerezza del progetto, sono state affrontate con il sorriso e la bellezza di quell’imprevisto che ha generato serenità, risate e tanta voglia di stare insieme».
Gian Andrea Squadrilli ci spiega cosa è l’Italy food porn
«Italy food porn è un progetto digitale che nasce sui social network, partendo da Instagram e Facebook poi anche su TikTok e YouTube, per sponsorizzare tutte le attività del settore Horeca italiano attraverso l’estetica del food porn americano, quindi il cibo da mangiare con gli occhi».
Ha utilizzato i classici ingredienti del ragù come base per riempire la tovaglia?
«Sì, ho fatto un classico ragù napoletano, quindi con tutti gli ingredienti del ragù napoletano: pomodoro, olio Evo, basilico, sale, pepe e le varie carni».
Questa è la prima volta che realizza la gastronomia per la pittura?
«Sì, è la prima volta ed è nata da un pranzo con Luca. Durante il pranzo, una macchia cade sulla tovaglia, quella macchia ci sembrava un sole, quindi ci siamo chiesti perché non dipingiamo attorno col cibo? Siamo passati all’opera ieri ed è stato divertentissimo, perché richiama quel bambino che si sporca, disegna sul tavolo con la salsa, mi sembra un ritorno alle origini».
Ce ne saranno altre opere pittoriche nelle quali c’è la gastronomia come protagonista?
«Speriamo di sì. Abbiamo fatto quest’opera e ne riprodurremo altre 9, poi decideremo se pensare ad altre opere pittoriche».