Brigida Vicinanza
“Il sogno diventa realtà”. Con questo slogan don Sabatino Naddeo parroco di Santa Margherita, ha presentato il nuovo centro pastorale “San Giuseppe”. Lavori avviati già dal 16 aprile in via Cantarella nella zona orientale, dove al contrario della Chiesa del Galiziano, a quanto pare hanno cominciato i lavori senza passare per comitati e soprattutto in sordina. Don Sabatino però ha presentato a tutti i fedeli il suo grande progetto e quello dell’Arcidiocesi, in un incontro durante una serata di inizio aprile. “Dopo aver accarezzato a lungo l’idea, oggi il sogno diventa realtà” aveva affermato con gioia una domenica sera don Sabatino Naddeo. “Presto verrà alla luce un grande spazio polifunzionale dove poter vivere appuntamenti di formazione e informazione, attività ludiche, ospitare convegni e conferenze sul Bene comune, ma anche celebrare la Santa Messa.” Il progetto prevede la costruzione di una struttura con undici aule disposte su due livelli all’interno di un corpo basso ad “L” e un salone-auditorium da 300 posti, localizzato in un volume separato. I due corpi saranno collegati da un porticato in legno, riprendendo così l’idea del chiostro, luogo di riflessione e meditazione. E a differenza della questione che ha riguardato il Galiziano, qui sorge un altro dubbio. Metà dei fondi per il complesso parrocchiale saranno presi dall’8×100 ma il restante sarà realizzato da chiunque abbia voglia di farlo. Un volantino esplicativo distribuito in tutta la zona orientale, ne delinea infatti modalità di partecipazione e il progetto, con tanto di tariffario per chiunque voglia diventare un “benefattore” del nuovo complesso che sorge non proprio lontanissimo da quella che andrà ad occupare la zona di Torrione Alto. Saranno circa 2600 i metri quadri occupato pre l’esterno, con 190mila metri quadri per il porticato e un’area parcheggi apposita che occuperanno una parte di suolo comunale e una parte di proprietà della stessa Comunità. Un codice iban creato ad hoc per le offerte per il nuovo centro parrocchiale che all’interno avrà anche sale per convegni e conferenze, per attività ludiche e un auditorium. Il tariffario? Varia per tutte le tasche. Le singole persone potranno donare al posto di comprare un “pacchetto di sigarette e due caffè a settimana” – come si legge nel foglio informativo, 10 euro al mese per un anno e così via, fino ad arrivare ai 100 euro al mese per due anni. Ma si potrà anche finanziare il centro “in ricordo di una persona cara”, provvedendo all’arredo delle sale con sedie, tavoli e armadi che vanno dai 5mila euro ai circa 11mila euro per 500 sedie. Ma ancora per l’arredo dell’auditorium si potrà spendere dai 20mila euro per video proiettore, schermo e impianto fonico completo o l’arredo palco, per arrivare a 28mila euro per la realizzazione di un impianto fotovoltaico. Ma anche gli enti pubblici e privati e le imprese possono contribuire con una somma da mettere sul conto corrente o consegnando direttamente in parrocchia 5mila euro in due anni. Insomma un’opera che costerà molto anche ai fedeli e a chiunque ci tenga così tanto alla realizzazione del complesso. Una torta da spartire – dunque – che potrà essere conclusa già tra due anni, che sorgerà vicino alla Chiesa del Galiziano e che forse – si dovrà verificare in corso d’opera – potrà cancellare uno spazio verde dell’area, nonostante il parroco continui a dichiarare il contrario. Ma questo progetto è oramai andato in porto, con il permesso a costruire da parte del Comune di Salerno, rilasciato già il 19 dicembre del 2017.