di Benedetta De Concilio
Sabato scorso è andato in scena, al Teatro delle Arti di Salerno, lo spettacolo “Manola” che ha visto quali protagoniste due importanti attrici: Nancy Brilli e Chiara Noschese. “Questo spettacolo nasce venticinque anni fa con un’amicizia tra Margaret Mazzantini, me e Sergio Castellitto” -afferma l’attrice Nancy Brilli in un’intervista rilasciata poco prima dello spettacolo- la Mazzantini scrisse questo spettacolo per noi due, eravamo in scena lei ed io e la regia era la prima di Sergio Castellitto; ebbe un successo strepitoso per tre anni ma successivamente non si è più fatto. Quest’anno, io e Chiara, abbiamo chiesto a Margaret di riscrivere alcune cose, poiché questa lunga pausa l’abbiamo usata per capire se si sarebbero dovuti cambiare degli elementi, magari per rendere l’opera più moderna. Inoltre, questa seconda opera può essere considerata come un’evoluzione dell’omologo romanzo, tratto dallo spettacolo originale.” La storia racconta la vita di due sorelle gemelle, Anemone e Ortensia, le quali si detestano da sempre, fin da dentro la pancia della mamma. I continui contrasti sono dovuti specialmente da una netta differenza caratteriale: la prima è solare, allegra, positiva e conduce una vita spensierata, l’altra invece è l’opposto, è introversa, profonda ed è chiusa in sé stessa. Le uniche protagoniste dell’intero spettacolo sono queste due donne, le quali interagiscono molto poco tra loro perché l’opera si basa su singoli e profondi monologhi, ricchi di parole travolgenti, che mirano ad esprimere sostanzialmente la stessa realtà, ma raccontata da punti di vista molto diversi. In questo spettacolo le protagoniste, all’interno dei loro discorsi, chiamano sempre in causa Manola, elemento fondamentale che dà per l’appunto il nome all’opera, che in realtà non è in scena, non esiste, ma è qualcuno che loro nominano, a cui si rivolgono di volta in volta; questo personaggio può essere attribuito a diverse figure, ma probabilmente si riferisce a quella del pubblico, la quale attenzione viene appunto richiamata tramite questo pretesto. Ad un certo punto della loro vita avviene un incontro che cambierà l’esistenza di entrambe: l’incontro con un uomo del quale Ortensia si innamora follemente, ma che successivamente sposerà l’altra sorella. Questo avvenimento segna una svolta nella vita delle due gemelle in quanto, dopo il matrimonio, Anemone, perde tutta la sua solarità, la sua gioia, la sua spensieratezza nel vivere la vita e la sua persona inizia ad evolversi sempre di più fino a diventare quello che sempre criticava della sorella Ortensia. Quest’ultima a sua volta cambia e inizia ad essere più libera e meno chiusa all’interno del suo mondo. Si può, dunque, dire che le due, durante lo svolgimento di tutta la storia, sviluppano il loro personaggio e in un certo senso invertono i loro ruoli assumendo atteggiamenti e qualità dell’altra che precedentemente giudicavano in modo negativo. Lo spettacolo si conclude con una breve parte dialogata tra le due gemelle le quali, nonostante appartengano a due mondi lontani e opposti, sono unite da un forte legame che supera qualsiasi avversità e che le fa essere una il sostegno dell’altra.