Salerno/Agro. Tre nuovi giudizi e quattro condanne definitive nell’ambito del processo sul riciclaggio e traffico di sostanze stupefacenti con blitz che portò a 25 arresti su disposizione della Dda di Salerno. Si dovranno presentare nuovamente davanti ai giudici dell’Appello (di Napoli) Vincenzo Stellato di Salerno (7 anni), Francesco Riccio di Napoli ma residente a Scafati (7 anni) e Rosario Lumia di Napoli (9 anni) mentre passano in giudicato le sentenze a carico di Hugi Besmi (3 anni e mezzo), Alessandro Genovese di Salerno (5 anni), Mario Salvatore di Olevano sul Tusciano (4 anni e mezzo) e l’albanese Luku Klodian (4 anni e 9 mesi). Lo ha deciso la Corte di Cassazione Era il 30 ottobre del 2020 quando furono notificati, le ordinanze nei confronti di 25 indagati (23 in carcere e 2 ai arresti domiciliari). I provvedimenti scaturirono da una articolata attività d’indagine avviata nel mese di ottobre 2017 con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno L’indagine aveva permesso di ricostruire l’esistenza di un’associazione con ruoli e competenze ben definite, dotata di una notevole organizzazione gestionale, oltre che di rilevanti risorse finanziarie e svariati canali di rifornimento di stupefacente, principalmente di cocaina, senza però tralasciare anche hashish, amnèsia e marijuana. L’approvvigionamento della droga avveniva per il tramite di diversi, qualificati canali, tracciati sia in territorio continentale (Albania e Olanda), sia oltreoceano (Panama e Brasile), con l’obiettivo di reperire lo stupefacente direttamente dai paesi di produzione, acquistandolo in ingenti quantità ad un prezzo più vantaggioso, grazie al progressivo incremento del volume di affari dell’organizzazione. Il nome dell’operazione “El Fakir” fu tratto proprio dalle indagini su quest’ultimo canale di rifornimento. Durante le indagini era stato seguito Rosario Lumia, broker internazionale di origine napoletana in contatto con diversi cartelli della droga, e da cui emerse, secondo i militari, il progetto di inviare una spedizione di cocaina nascosta all’interno di container provenienti da Panama; inizialmente era stato proposto addirittura il porto di Salerno quale destinazione finale, salvo poi virare su Algeciras in Spagna, non avendo le società intermediarie incaricate del trasporto rapporti commerciali diretti con l’Italia. Poi le attività del sodalizio avevano subito comunque solo semplici rallentamenti, grazie al fatto che il canale di approvvigionamento con Olanda e Albania non aveva mai smesso di rifornire le piazze. La mentalità imprenditoriale non si sarebbe fermata alla gestione degli illeciti proventi provenienti dai fiumi di droga trafficati e spacciati. Le indagini, anche bancarie, avevano fatto emergere come i proventi venissero reinvestiti in attività economiche e commerciali, dopo la ripulitura del denaro attraverso il passaggio su conti correnti di persone compiacenti, nell’evidente scopo – vanificato dai meticolosi accertamenti – di occultarne e renderne impossibile l’identificazione. Inoltre, la creazione di una nuova società mediante l’utilizzo di intestatari fittizi ha permesso ai coinvolti, secondo la pubblica accusa, di aprire una pizzeria Salerno i di realizzare un ristorante – pizzeria a Salerno accedendo al finanziamento pubblico “Progetto Invitalia – Resto al Sud”, ricavandone tra i diversi vantaggi patrimoniali anche una parte a fondo perduto quantificata in 70mila mila euro. Da qui per molti dei 25 imputati le connesse ipotesi di riciclaggio, auto riciclaggio, intestazione fittizia di beni e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Ora la Cassazione che ha stabilito tre nuovi processi e 4 condanne definitive.
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