di Simone Memmolo
In una congiuntura storica in cui il tessuto socio-economico nazionale risulta ancora attraversato dalle conseguenze della pandemia, l’aumento dei costi dell’energia favoriti dal conflitto Russo-Ucraino, ha rappresentato l’ennesimo duro colpo per gli esercizi commerciali salernitani. Sfortunatamente, nonostante le proteste della scorsa settimana, molti di essi dovranno prepararsi a fronteggiare lo spettro di nuovi rincari per le bollette di luce e gas. L’Arera, ovvero l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente prevede infatti nuovi aumenti a partire dal 1 Ottobre 2022, e sta lavorando ad una modifica del metodo per calcolare le tariffe del gas, che da trimestrali diventeranno mensili. Questi aumenti si sommeranno a quelli già percepiti finora da numerosi esercizi commerciali, per i quali la spesa legata alle sole bollette è più che raddoppiata. Pietro Lamberti, proprietario di un panificio in piazza S. Agostino, 3 racconta che: “la spesa energetica rispetto allo scorso Dicembre per noi è quasi triplicata: da una spesa complessiva di 1300 euro siamo passati ad una di 3700 euro. Siamo inoltre costretti a tenere in funzione l’attrezzatura solo al cinquanta per cento, per risparmiare”. Mentre alcuni commercianti hanno scelto di ridurre i consumi energetici, altri come Maurizio Carotenuto, proprietario del bar Trento, situato nell’omonima via al civico 175a, hanno dovuto rinunciare a parte della loro strumentazione: “per contenere i costi siamo stati costretti ad eliminare alcuni macchinari ad alto consumo energetico, come il frigo dei gelati ed il granitore. Abbiamo mantenuto solo quelli strettamente indispensabili per lavorare e nonostante tutto, le nostre bollette sono raddoppiate”. Ma gli aumenti non riguardano solo gas e luce, ed interessano piuttosto la totalità dei costi di gestione delle attività. Come se non bastasse, l’aumento più o meno generalizzato del costo della vita ha avuto un’altra conseguenza estremamente nociva per le attività commerciali salernitane: un cambiamento delle abitudini dei consumatori. Numerosi esercizi commerciali, hanno infatti visto un calo significativo delle vendite sia in termini di volume che di frequenza, dovuto alla condizione di precarietà economica nella quale si trovano molti nuclei familiari salernitani. Tutto questo è testimoniato da Rita Pinto, proprietaria di una pasticceria in via Lucio Orofino, 43: “Gli aumenti non riguardano solo le bollette, ma anche prodotti di trasformazione quali latte, panna, uova e farina. A questi si aggiungono anche gli aumenti del materiale utilizzati per il packaging ed il confezionamento quali plastica e carta intestata. Le vendite sono inoltre calate: la mia è una pasticceria situata in un quartiere popoloso, ed i clienti sono costretti a far quadrare i conti a fine mese, per cui se qualche tempo fa spendevano 3 euro, adesso ne spendono 1, massimo 2”. Come testimoniato dalle proteste della settimana scorsa, i commercianti e gli artigiani salernitani sono disposti a cercare pacificamente e dignitosamente il dialogo con le istituzioni, ma nel tono delle loro parole e nella pesantezza dei loro sguardi, non si può non percepire un profondo disincanto nei confronti di una classe politica vista come distante, indifferente, completamente separata dalle prove e dalle difficoltà che caratterizzano la loro vita quotidiana.