Discariche, gatti e prostitute - Le Cronache Ultimora

di Alberto Cuomo

Nei giorni scorsi un autocarro ha scaricato materiali di risulta presso l’area prospiciente il Sert, il centro servizi per tossicodipendenti, dove è presente anche un gattile curato da volontari animalisti. Fino a qualche anno fa il Sert era localizzato presso il vecchio nosocomio, gli Ospedali Riuniti San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, sito in via Vernieri al lato del torrente Rafastia, e questa localizzazione era ottimale per gli ammalati (la dipendenza da stupefacenti è una vera e propria patologia, tanto da interessare le ASL) e per la relazione con la città. La prossimità ad un corso d’acqua, il Fusandola, era stata anche del primo ospedale salernitano gestito nel Medioevo dalla Schola Medica per ovvi motivi di igiene e anche per la vicinanza dell’orto botanico, oggi “giardino della Minerva”, in cui i dottori della scuola insegnavano ai giovani l’uso medicamentoso delle piante officinali. Gli Ospedali riuniti furono collocati al lato del Rafastia, venute meno le ragioni medioevali, per motivi di salubrità, dal momento si affacciava verso il monte Bonadies e le colline del Seminario ricche di verde. L’uso di porre gli ospedali al confine con la città è ancora oggi in vigore, sebbene non si addica ad una patologia tipicamente urbana qual è la tossicodipendenza e, generalmente, quali sono le dipendenze altre che pure vanno curate. Il trasferimento del Sert in una zona semisolata fu dovuto alle proteste degli abitanti dell’area tra via Vernieri e via Pio XI, che non amavano vedere persone in stato di torpore bisognose di cure e di metadone. Considerando forse che i tossicodipendenti non sono procacciatori di voti, il sistema di De Luca li allontanò dalla prima, più comoda e più simbolica sede, inviandoli nella estrema periferia, dove stazionavano le prostitute che furono eliminate, per le proteste del parroco della vicina chiesa, multando fortemente i loro clienti. Quanto al gattile esso faceva parte, sia pure separato, del canile posto in via Paradiso di Pastena. De Luca non ha mai amato gli animali tanto da ironizzare in tivu, insieme all’architetto Carlo Cuomo suo assessore all’urbanistica, su quanti volevano salvare la colonia dei gatti che si era formata nello spazio dietro la scuola Barra e che vide tutti gli esemplari morire, compresi i cuccioli, allorché fece abbattere i muri che ostacolavano l’apertura della nuova strada posteriore alla scuola, in una sorta di Gaza felina. Anche i cani non dovevano essere nelle sue simpatie e il canile fu trasferito a Ostaglio, oltre l’area industriale, senza poter accogliere i gatti. L’impegno delle cosiddette “gattare” fece loro assegnare un’area nei pressi del Sert dove furono ospitati ben 75 gatti di cui oggi restano solo 16 esemplari essendo gli altri morti per malattia o per vecchiaia. Bisogna ricordare che secondo la legge n. 5/22 i comuni sono responsabili del benessere degli animali liberi e del censimento dei gatti, anche realizzando campagne di sterilizzazione per evitare il randagismo. Le oche, quelle della villa comunale, invece, non ebbero fortuna e furono uccise a bastonate, si dice, da un balordo, sebbene fossero nella tutela comunale. È probabile che l’assimilazione, per via della localizzazione, di prostitute, tossicodipendenti e gatti faccia sorridere, ma è indicativa di come nel sistema De Luca siano tenuti in considerazione gli animali e le persone deboli. Lo scarico di materiali nello stesso luogo, quasi sia una discarica, è la ciliegina sulla torta dell’indifferenza verso questi esseri umani da parte del sistema deluchiano. Non che in città non siano presenti altre discariche, come è per quel serbatoio di rifiuti posto dietro il muro in cemento costruito per una strada alle spalle del crescent, poi non realizzata o per alcuni luoghi del centro storico o di Torrione, non solo dalle parti del Centro Sociale. Sarà che Elly Schleyn ha festeggiato sui social il compleanno della cagnolina Pila o che Giorgia ha interrogato gli stessi social per dare un nome al suo gatto, chiamato poi Martino, ma De Luca, non essendo appassionato dei partiti, nemmeno del proprio, sembra del tutto restio a provare simpatia per gli animali in cui si rappresentano i loro capi ovvero le loro segretarie. Jacques Derrida, uno dei maggiori filosofi del Novecento, ne “La bestia e il sovrano”, giocando sulla parola “betize”, bestialità intesa quale irragionevolezza, ferocia, ha messo in luce come questa appartenga più che agli animali agli uomini, tanto più quelli di potere, che, non riconoscendo la propria animalità opprimono gli animali e gli uomini ritenuti inferiori. Nel suo conflitto con Elly Schlein, a proposito del terzo mandato, è sperabile che la segretaria del Pd tenga duro e non candidi lui, il figlio, Bonavitacola, Cascone, Picarone e tutto il circo(lo) magico deluchiano, non per cattiveria ma per fare onore alla democrazia che i partecipanti al “sistema” non conoscono, e, se mai riuscissero a candidarsi con Renzi, Mastella, la Lega, chi sa, dal momento sono molti gli animalisti e i familiari dei tossicodipendenti a Salerno e in Regione, è augurabile nessuno di essi, mediante passaparola, li voti, spingendoli oltre ogni discarica.