di Andrea Pellegrino
Quei diritti edificatori per il Crescent a tutti i costi, anche attraverso vere e proprie minacce. Alla base dell’inchiesta ci sono, oltre le indagini, i documenti ed anche le intercettazioni telefoniche condotte. Soprattutto relative alla vicenda dei diritti edificatori del Crescent, dapprima aggiudicati alla Cogefer, poi acquisiti dalla società Crescent srl. Ed è sul passaggio tra la Cogefer e la Crescent che la Procura di Salerno – nell’ambito della vasta inchiesta sul Crescent che ha portato a 26 avvisi di conclusione indagine (sindaco De Luca compreso) – ha posto particolare attenzione, iscrivendo così sul registro degli indagati anche Aldo Rainone, amministratore unico e responsabile della Rcm Costruzioni, capofila dell’Ati che sta realizzando la mezza luna di Bofill. Per lui l’accusa è di turbativa d’asta. Secondo quanto emerso dalle indagini, infatti, Aldo Rainone sarebbe stato il “mandante” delle minacce nei confronti di Claudio Salustro, titolare della Co.Ge. Fer. Con una telefonata, fatta da persone attualmente ignote, nella fase tra l’aggiudicazione provvisoria e quella definitiva, avrebbe cercato di intimorire il collega costruttore. Testualmente il telefonista ignoto avrebbe detto: «E’ lei Salustro? Abita a Centro? Ha due figli? Se ci tiene non venga più a Salerno». Un atto – secondo quanto emerge dall’avviso di conclusione indagine notificato nei giorni scorsi – «idoneo e diretto in modo non equivoco a turbare la regolare conclusione della gara ad evidenza pubblica indetta per l’assegnazione dei diritti edificatori dell’area Crescent». Ma sull’aggiudica dei diritti edificatori ci sono anche tre funzionari che dovranno ora rispondere degli atti prodotti. Si tratta del direttore del settore avvocatura Antonio Piscitelli, del ragioniere capo Luigi Della Greca e del dirigente del settore appalti Aniello Di Mauro. Per loro i reati ipotizzati dai pubblici ministeri Rocco Alfano e Guglielmo Valenti sono di abuso d’ufficio e concorso. In particolare i tre – secondo la Procura – avrebbero procurato un ingiusto vantaggio alla Cogefer per il mancato incasso del deposito cauzionale (ammontante ad 1 milione e 175mila euro) e alla Crescent (per la successiva rinuncia della Cogefer al ricorso al Tar), ed un conseguente danno patrimoniale per il Comune di Salerno.